La viticoltura nel Lazio

Il Lazio, caratterizzato da un territorio eterogeneo, incuneato tra mare, colline, pianure e vulcani spenti, potenzialmente è una delle regioni italiane più vocate alla viticoltura.

Su un’antica tradizione enoica, la cui ricchezza e complessità è variamente presente nei diversi ambienti pedoclimatici, si è inserita soprattutto negli ultimi anni l’opera di interpreti importanti, capaci di valorizzare pienamente la qualità delle sue uve. La produzione di massa degli anni ‘60/70 del secolo scorso, affidata per la trasformazione prevalentemente alle cantine sociali, ha lasciato il posto ad una viticoltura di qualità che sempre più si caratterizza per le rese contenute e l’elevato standard qualitativo.

Nel Lazio la superfice destinata a vite ammonta a poco meno di ventimila ettari, alla cui coltivazione si dedicano circa ventimila aziende, per lo più di piccole dimensioni. La mappa regionale dei vini di qualità conta 27 DOC, 3 DOCG e 6 IGT.

L’ultima nata è la DOC Roma, una sorta di denominazione ‘ombrello’ che intende abbracciare sotto un’unica indicazione l’intero territorio della provincia di Roma, sfruttando il nome della capitale. Dopo un difficile avvio, sembra oggi destinata ad un progressivo consolidamento commerciale offrendo anche un contributo significativo alla qualificazione delle produzioni ottenute.

Sul territorio regionale sono ammessi alla coltivazione oltre 60 vitigni. Tra questi, prevalgono nettamente le uve a bacca bianca, in particolare Trebbiano e Malvasia di Candia, mentre per la produzione di uve rosse i vitigni più diffusi appartengono alle cultivar Merlot, Sangiovese e Montepulciano. A questi si aggiungono, su estensioni molto più ridotte, i vitigni autoctoni Malvasia del Lazio e Bellone per i bianchi, Cesanese e Nero Buono per i rossi.

Specie negli ultimi anni, il Lazio si è distinto per un interessante lavoro di riscoperta degli autoctoni, tendenzialmente orientato alla produzione di etichette di pregio o al recupero di un legame più profondo con il territorio. Sotto questo aspetto, si segnalano i progetti per la valorizzazione di vitigni come la Biancolella di Ponza o la buona risposta, di critica e di mercato, fatta registrare da vitigni come il Nero Buono, il Bellone o il Moscato di Terracina, che si affiancano agli “storici” Cesanese, Malvasia del Lazio, Passerina del Frusinate o Aleatico di Gradoli.

Quello tra vino e territorio è un rapporto antico, che nel Lazio è parte integrante del patrimonio culturale, dell’identità e del paesaggio dell’intera regione. Per esprimere questo rapporto in maniera completa, a partire dal 2001 sono state istituite le Strade del Vino, dell’Olio e dei Prodotti Tipici. Iniziative di aggregazione nate per promuovere le produzioni e il contesto territoriale attraverso percorsi e itinerari tematici, che fondono arte, archeologia, letteratura, storia ed enogastronomia in un unicum affascinante, complesso e ricco di suggestione.

Arsial, nell’ambito delle attività di valorizzazione del panorama enologico laziale, mette a disposizione delle aziende un’ampia gamma di servizi finalizzati ad enfatizzare il legame “prodotto/territorio” delle produzione vitivinicole, tra i quali rientrano:

L’Azienda dimostrativa per le Produzioni Vitivinicole, istituita da Arsial presso la sede del CREA di Velletri, ospita un vigneto sperimentale dove vengono testate le diverse forme di allevamento per le principali varietà di interesse regionale. A partire dal 2016, è stata avviata anche una prova per verificare la risposta, nelle condizioni pedoclimatiche laziali, di dieci vitigni di uva da vino resistenti alle principali avversità fungine, con l’intento di procedere successivamente alla loro iscrizione al Registro Regionale.

L’Agenzia inoltre interviene a supporto del comparto, promuovendo la partecipazione delle cantine e dei vini laziali alle principali manifestazioni di settore, tra cui il Vinitaly di Verona e sostenendo con diverse iniziative la diffusione dei vini regionali nel circuito HORECA e in quello della grande distribuzione organizzata, puntando l’attenzione in particolar modo sulla città di Roma, il cui mercato dalle enormi potenzialità risulta ancora dominato dai vini extraregionali.

Le etichette laziali possono infine contare su due vetrine di particolare prestigio per accrescere la propria visibilità a livello nazionale e internazionale: l’enoteca regionale di via Frattina a Roma, di proprietà della Regione, attualmente affidata alla gestione di Retail Group attraverso il marchio Vyta e il corner dedicato alle produzioni regionali all’interno del terminal 3 dello scalo internazionale di Roma Fiumicino.

A chi rivolgersi

Arsial – Area Tutela Risorse e Vigilanza sulle produzioni di qualità

tel: 06. 86273451, fax: 06. 86273270