Nel Lazio la diffusione capillare dell’olivo fa sì che la sua presenza caratterizzi larga parte del paesaggio agrario, oltre a rappresentare una voce importante dell’economia agricola regionale. Il suo apporto alla produzione nazionale di olio di oliva la colloca tra le 5 principali regioni italiane.
Ma il tratto distintivo della produzione regionale non consiste tanto nelle quantità, spesso altalenanti tra un’annata e l’altra, quanto nella caratterizzazione dei diversi areali di coltivazione che compongono il mosaico dell’olivicoltura laziale. In particolare, nei differenti ambiti provinciali la presenza di una o più cultivar dominanti, associata alle variabili di natura pedoclimatica, finiscono per determinare le qualità organolettiche dei relativi oli extravergini.
Il panorama olivicolo laziale comprende quattro DOP: Sabina, Canino, Tuscia, Colline Pontine. Una IGP: l’Olio di Roma. Mentre 8 oli extravergini monovarietali sono stati censiti tra le produzioni agroalimentari tradizionali della regione: Carboncella, Ciera, Itrana, Marina, Olivastrone, Rosciola, Salviana e Sirole.
Merita di essere ricordata inoltre l’Oliva di Gaeta DOP, riconosciuta a livello comunitario nel 2016, che si ottiene dalla trasformazione e conservazione di olive mature in salamoia al naturale, cioè senza l’aggiunta di conservanti ovvero di altri prodotti di sintesi.
Ampia diffusione ha avuto infine, nel corso degli ultimi anni, l’applicazione di tecniche di produzione biologica al comparto olivicolo regionale, anche se risulta ancora marginale la qualificazione del prodotto attraverso la certificazione.
Complessivamente in crescita la qualità degli extravergini laziali, con punte di eccellenza che trovano conferma nei numerosi riconoscimenti ottenuti da alcune aziende in concorsi nazionali e internazionali specializzati. Restano tuttavia da risolvere i problemi strutturali del comparto, caratterizzato da elevata frammentazione e da una prevalenza di aziende a bassissima specializzazione. Aspetti che si riflettono anche sull’insieme del sistema di trasformazione del prodotto che evidenzia livelli di redditività spesso non sostenibili.
Più di recente, nell’ambito del censimento finalizzato al recupero della biodiversità di interesse agrario, ma ancor prima e per lungo tempo attraverso un lavoro capillare di ricerca clonale svolta in tutti gli areali laziali, Arsial ha contribuito in modo determinante al rinnovamento varietale dell’olivicoltura regionale o quantomeno alla sua emersione. Presso l’azienda dimostrativa di Montopoli in Sabina è presente un’importante collezione varietale che contempla, oltre alle cv. tipiche del Lazio, anche numerose varietà provenienti da altri areali di coltivazione, qui introdotte per valutarne il grado di adattamento all’ambiente. La creazione di questo sito dedicato alla coltura dell’olivo ha permesso nel corso degli anni di sperimentare diverse tecniche di coltivazione, fornendo un contributo alla razionalizzazione delle stesse, con particolare attenzione alle soluzioni innovative applicabili nella fase di raccolta e al miglioramento della qualità delle produzioni.
Mentre prosegue l’impegno per l’identificazione e il riconoscimento di nuovi cloni di varietà di olivo autoctone e per la loro caratterizzazione ai fini dell’iscrizione tra le specie della biodiversità regionale (L.R. 15/2000), Arsial interviene a supporto del settore con programmi di assistenza tecnica e attività dimostrative, privilegiando gli areali a più elevata vocazionalità. Cura, inoltre, la partecipazione delle aziende alle principali manifestazioni fieristiche di settore e sostiene, in ambito regionale, iniziative finalizzate alla promozione e alla conoscenza degli oli extravergini laziali.
Allegati
- Approfondimento – “L’abbandono degli oliveti – Focus Lazio”
- Olivo – “Materiale vivaistico e scelte d’impianto” – Atti del convegno
A chi rivolgersi
Arsial – Area Tutela Risorse e Vigilanza sulle produzioni di qualità
tel: 06. 86273451, fax: 06. 86273270
- Claudio Di Giovannantonio tel: 06.86273484 e-mail: c.digiovannantonio@arsial.it
- Sandra Di Ferdinando tel: 06.86273466 e-mail: s.diferdinando@arsial.it
- Giovanni Pica tel: 06.86273462 e–mail: g.pica@arsial.it – etichettatura@arsial.it
Arsial – Azienda Dimostrativa Sperimentale di Montopoli in Sabina
- Sara Paoletti tel: 0765 322039; fax: 0746 258903.