Un vitigno autoctono tornato in voga grazie a un’intelligente associazione tra cultura enogastronomica e risorse paesaggistiche. L’Agenzia ha contribuito alla sua rinascita con un lungo lavoro di caratterizzazione e di riscoperta.
Questo vitigno pregiato deriva da un’omologa vite campana, portata a Ponza da alcuni coloni ischitani. Oggi è probabilmente il prodotto che meglio esprime il fascino dell’isola: per i suoi legami storici con la comunità, per il gusto e gli aromi che derivano dalle particolari condizioni climatiche, ma anche per l’impatto che le coltivazioni hanno nel paesaggio locale.
I filari di Biancolella, impiantati su terrazzamenti di grande effetto visivo, caratterizzano alcuni tra gli scorci più ammirati dell’isola, che a questa particolare forma di coltivazione, necessaria per rendere lavorabili terreni dalle pendenze accentuale, deve la sopravvivenza della sua viticoltura.
Il legame tra Ponza e la Biancolella inizia proprio nel 1734, con la colonizzazione campana voluta da Carlo di Borbone, che acquisì i diritti di proprietà dalla famiglia Farnese. I primi vigneti furono impiantati in località Punta Fieno, su un promontorio a sud dell’isola custodito da una rigogliosa macchia mediterranea, da un colono di nome Pietro Migliaccio, che iniziò la coltivazione di alcuni vitigni ischitani: il Biancolella, il Piedirosso, l’Aglianico, la Forastera e la Guarnaccia.
Pur originario di Ischia, il vitigno Biancolella di Ponza oggi può essere considerato un autoctono, grazie al lento processo di adattamento portato avanti nel corso dei decenni dalla comunità locale, tanto da figurare tra le specie protette dalla nostra agrobiodiversità regionale. Le uve sono più tondeggianti rispetto all’omologo ischitano e al gusto emergono note di lamponi, frutta rossa e agrumi. Il vino che se ne ricava esprime le atmosfere e le suggestioni tipiche del territorio ponzese. Al palato è sapido e minerale, all’olfatto è caratterizzato da un aroma intenso di agrumi e frutta matura.
UN VINO EROICO
La coltivazione del Biancolella è uno dei migliori esempi di viticoltura eroica presenti nella nostra regione. La raccolta è ancora interamente manuale e le particolari condizioni del territorio rendono accessibili i vigneti solo attraverso strade rurali, complicando l’interno processo di lavorazione. Un processo che oggi, pur basandosi su una forte componente tradizionale, si avvale di tecniche enologiche modernissime.
Pur esistendo sulla stampa specializzata già dagli anni Sessanta, il concetto di viticoltura eroica è stato introdotto nel nostro ordinamento con la legge 238/2016, meglio conosciuta come “testo unico del vino”, che ne tutela l’interesse paesaggistico e la funzione di presidio contro il dissesto idrogeologico, ma anche il valore storico-culturale per numerose comunità.
ARSIAL E IL BIANCOLELLA
Al recupero della Biancolella e dei vitigni ponzesi Arsial ha contribuito in maniera sostanziale, grazie al lavoro di caratterizzazione degli autoctoni che l’Agenzia compie oramai da oltre quindici anni. Sempre grazie all’intervento di Arsial, risultano iscritti nel Registro nazionale delle varietà di vite e nel Registro volontario regionale delle risorse genetiche a rischio erosione, che elenca le risorse considerate a rischio della biodiversità agraria laziale, tutti i vitigni autoctoni ponzesi: Biancolella, Piedirosso, Forastera e Guarnaccia.
Soprattutto negli ultimi anni, assieme al Comune di Ponza, l’Arsial è impegnata in un’opera di sensibilizzazione sulla filiera locale, orientata alla valorizzazione del prodotto e al recupero delle superfici vitate, che nell’intero arcipelago secondo lo schedario viticolo non superano i quattro ettari, contro i trecento censiti dal catasto terreni oltre un secolo fa.
Sempre nel corso dell’attività di sensibilizzazione, Arsial ha più volte ribadito:
- la necessità di legittimare i vigneti impiantati prima del marzo ’87 ma non dichiarati nello schedario viticolo, con l’intento di innalzare il potenziale produttivo (la procedura avviene attraverso una richiesta da indirizzare all’Area Decentrata Agricoltura Lazio Sud sede di Latina e il pagamento di una sanzione di 310 € per ettaro – vedi allegati);
- l’opportunità per i produttori di Biancolella, così come per i detentori di tutti e quattro i vitigni autoctoni ponzesi, di aderire alla Rete di Conservazione e Sicurezza, gestita e coordinata da Arsial, nell’ambito delle attività di tutela della biodiversità agricola previste dalla Legge 15/2000.
Il Registro Regionale delle Varietà di Vite Classificate Idonee alla Produzione di Uva da Vino nella Regione Lazio consente la coltivazione di Biancolella, Piedirosso, Forastera e Guarnaccia solo all’interno dell’Arcipelago Pontino. Il vitigno Biancolella, con i suoi sinonimi “Jaunculillo”, “Jaunculella”, può essere rivendicato con la denominazione IGT LAZIO.
I PRODUTTORI
Antiche Cantine Migliaccio – Ponza (LT)
Casale del Giglio – Latina (LT) – da vigneti ponzesi
Azienda Agricola Taffuri Pouchain – San Lorenzello (BN)/Ponza (LT) – da vigneti ponzesi.
Allegati
“Vitigno Biancolella” – scheda descrittiva Arsial tratta da “Il Lazio Patrimonio Agroalimentare, tra biodiversità e tradizione”
Iscrizione superfici vitate – modulo
Rivendicazione vitigni non dichiarati – modulo.