Ovviamente non è l’unica, ma aspira a divenire la più importante perché tra l’altro, in prospettiva, oltre che sul Lazio intende spaziare, quanto a committenza, sull’intero mercato agroalimentare nazionale. Sul fronte della promozione, invece, l’orizzonte non può che essere ‘globale’, mirando e calibrando di volta in volta, in funzione della committenza, i canali commerciali e i mercati più adatti alle specifiche referenze e alle potenzialità aziendali. Il progetto nasce da un accordo tra Arsial e SiCamera, società della Camera di Commercio di Roma, siglato a fine 2016, a supporto del settore agroalimentare del Lazio.
Un’iniziativa che punta all’internazionalizzazione delle imprese e al sostegno dell’export attraverso la creazione di una piattaforma di commercio virtuale destinata ad offrire visibilità alle aziende e l’attivazione di temporary shop, sui mercati esteri più promettenti, ove fare incontrare nuovi potenziali clienti.
Sotto il titolo ‘Meetalia let’s go!’ è andato in onda questa mattina a Roma, presso la sala del tempio di Adriano, un primo momento di confronto sul progetto, coordinato dal giornalista Giampiero Beltotto, con la partecipazione di Antonio Rosati, amministratore unico di Arsial, David Granieri, presidente di SiCamera, Francesca Bianconi, coordinatrice della piattaforma Meetalia. Tra le testimonianze, quella di un giovane imprenditore, titolare dell’azienda agricola vitivinicola D.S. Bio di Pescosolido, che ha definito la recente esperienza commerciale realizzata sul mercato francese, attraverso Meetalia, “una manna dal cielo”, per il sostegno ricevuto e per i promettenti contatti avviati con importatori d’oltralpe.
Ma l’incontro ha fornito anche l’occasione per spaziare dai temi del mercato, che rimane comunque per tutti il più pesante nodo da sciogliere, tra l’altro senza mai venirne a capo stabilmente per le continue sfide che ripropone al mondo delle imprese, a quelli connessi allo stato dell’arte dell’agricoltura del Lazio. Su cui Rosati ha precisato che si tratta di “un settore con luci ed ombre”, aggiungendo “Io penso all’olio di oliva, che è una vera eccellenza della nostra regione e al grande interesse che c’è oggi su questo prodotto, tanto che molti imprenditori stanno investendo su nuovi impianti. Penso al nuovo rinascimento del vino. Tuttavia c’è una difficoltà di investimento, c’è ancora una distanza troppo marcata tra il prezzo che si paga agli agricoltori e quello che si pratica al consumatore finale”.
Tra i comparti che entrano nel cono d’ombra e avranno difficoltà ad uscirne, l’amministratore unico di Arsial ha citato quello zootecnico, in particolare il segmento del latte bovino. “Vedo all’orizzonte un disastro, se va avanti così di qui a sette anni la zootecnia scomparirà e con le stalle che chiudono cambia il panorama e il paesaggio italiano”. Non tutto negativo, comunque, perché qualcosa si muove, grazie anche agli sforzi che il governo italiano sta facendo per imporre, almeno per alcuni prodotti, l’obbligo di indicare in etichetta l’origine. E, allora – conclude Granieri – si dà il giusto riconoscimento alla qualità e all’identità territoriale delle produzioni agroalimentari, con evidenti riflessi sui prezzi e sui redditi dei produttori. L’e-commerce rimane una sfida tutta da giocare e la piattaforma rappresenta un primo passo in questa direzione.
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