Regione Lazio e Arsial convocano le aziende vitivinicole della regione per dare avvio alla fase organizzativa.
“Una giornata dedicata all’ascolto”, così la definisce Carlo Hausmann, assessore all’agricoltura della Regione Lazio in apertura dell’incontro con i produttori vitivinicoli del Lazio, convocati oggi per la preparazione della 51^ edizione del Vinitaly. Un appuntamento al quale la Regione si presenta confermando le scelte di fondo già sperimentate nel 2016. Si ripropone la collocazione nel padiglione A, in posizione centrale nell’area della Fiera, subito dopo gli ingressi, con una superficie coperta di 1.800 metri quadri, di cui 1.000 a disposizione dei produttori, per un totale di 72 postazioni a modulo da 9 metri quadri ciascuna. Le manifestazioni di interesse già recapitate ad Arsial confermano l’interesse diffuso tra le aziende per la partecipazione, si tratta ora di definire i criteri di assegnazione, le modalità di allestimento degli stand, le iniziative da promuovere nel corso della rassegna veronese, ma soprattutto i messaggi da veicolare, l’immagine che si intende proporre per il vigneto Lazio, i temi su cui concentrare l’attenzione per rispondere al meglio, dice ancora l’assessore, “alle vostre esigenze, a livello di mercato”.
Il primo discorso riguarda i territori, cioè l’esigenza di presentare le aziende per territorio, far risaltare il legame con le realtà locali, raccontare quello che c’è dietro la specificità territoriale. Poi ci sono le denominazioni di origine. “Sappiamo tutti che ci sono 12 DOC non rivendicate; occorre interrogarsi su quali DOC stiano crescendo, con l’obiettivo di far emergere un’identità di prodotto”. Oltre a questi temi, occorre porre attenzione ai mercati, soprattutto a quelli esteri e in particolare a quelli dei Paesi di destinazione dei nostri vini. E infine l’offerta di prodotto, la linea bio, la caratterizzazione della gamma di prodotti. Pensando al Vinitaly, sintetizza Hausmann, “possiamo concentrarci su quattro aree territoriali, su 6/7 denominazioni, con alcuni focus dedicati ai monovitigni, al biologico, agli internazionali”.
“In preparazione del prossimo Vinitaly – interviene Antonio Rosati, amministratore unico di Arsial – riproporremo la profilazione dei vini per esaltare e far apprezzare la qualità dei nostri prodotti, ma dobbiamo anche interrogarci su dove va il vino del Lazio e dove non va, promuovere dei momenti di incontro con le ambasciate dei Paesi di destinazione dei nostri prodotti, portare alcuni giornalisti specializzati a conoscere i vini della nostra regione con l’obiettivo di dare più visibilità alle produzioni del Lazio e stimolarne il consumo, in particolare sul mercato romano”.
A seguire, gli interventi dei produttori, dapprima timidi, poi man mano sempre più incisivi, nel merito delle iniziative da intraprendere, con suggerimenti per nuove scelte e valutazioni, a volte critiche, sulla base dell’esperienza maturata nella precedente edizione della manifestazione veronese. C’è chi chiede agli organizzatori di potenziare gli incontri B2B con i buyer’s internazionali, chi invece ritiene poco incisivi tali contatti perché perlopiù affidati a personaggi di secondo piano in rappresentanza delle ditte di import-export, chi propone di dare maggiore spazio alla presentazione delle “bollicine”, una linea che anche nel Lazio si sta affermando tra i produttori, chi chiede un’impronta “bio” più marcata, chi preferisce al bio la visibilità territoriale, chi spinge per la Doc Roma, chi si batte per una rappresentazione più ampia degli IGP Lazio, costruita intorno ai vitigni mono-varietali internazionali.
Qualche riserva, infine, sulla profilazione dei vini, operazione che alcuni produttori ritengono poco utile perché “i buyer’s vogliono degustare i prodotti senza essere influenzati”. E, in chiusura, svariate proposte hanno come oggetto i criteri per l’assegnazione degli stand all’interno del padiglione del Lazio, la cui immagine deve essere, come tutti concordano, quella di una regione che aldilà dei territori presenta una propria identità definita, capace di destare interesse per la qualità crescente dei vini che sa produrre.