Si è conclusa questa mattina presso la Fao, con l’assegnazione di cinque nuovi lotti di terreno agricolo per un totale di oltre 250 ettari, la prima fase del progetto “Terre ai giovani”.
A suggellare l’importanza di questo atto simbolico in cui la terra, bene primario, si salda con l’apertura di credito verso le nuove generazioni chiamate a giocare un ruolo da protagonisti nella sua valorizzazione, la presenza in conferenza stampa del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, del ministro delle politiche agricole Maurizio Martina, del direttore della comunicazione Fao Mario Lubetkin. Oltre naturalmente all’assessore regionale all’agricoltura, Sonia Ricci e all’amministratore unico di Arsial, Antonio Rosati, impegnati entrambi in prima persona nella sfida che assegna al settore primario una posizione centrale nelle politiche di sviluppo dell’economia laziale.
E in questa scommessa, il progetto terre ai giovani intende accreditare l’immagine di un’istituzione che fa del patrimonio pubblico una leva per lo sviluppo, destinando terreni incolti o sottoutilizzati a progetti di valorizzazione proposti da una nuova imprenditoria fatta di giovani e di competenze innovative.
“La gestione deve andare agli imprenditori, sottolinea Antonio Rosati nel corso del suo intervento, mentre la proprietà dei beni deve essere conservata come patrimonio pubblico inalienabile. Da oltre 45 anni non si davano più terre pubbliche in uso all’agricoltura, con la pubblicazione del bando sull’assegnazione dei terreni di proprietà Arsial abbiamo dimostrato che iniziative di questo genere sono in grado di suscitare grande attenzione: oltre 300 le manifestazioni di interesse pervenute, 120 i progetti presentati, oltre duemila persone coinvolte direttamente o indirettamente nelle proposte progettuali”.
“Abbiamo il dovere di dare speranza, aggiunge Nicola Zingaretti, mettendo in campo però azioni concrete e questo si può fare anche a regole e leggi vigenti. Il progetto sulle terre è simbolico della rinascita delle nuove generazioni: dare la terra e chiamare una nuova generazione a creare lavoro”.