L’agricoltura sociale nel Lazio alla vigilia del nuovo PSR

29/05/2015 - 

L’indagine sull’agricoltura sociale nel Lazio commissionata da Arsial per conto della Regione, fotografa una realtà in forte sviluppo. Dal 2011 ad oggi raddoppia il numero delle entità giuridiche attive nel settore e si registra tra esse una crescita esponenziale del numero delle aziende agricole presenti, in un segmento di attività che, fino a ieri, era prevalentemente presidiato da associazioni e cooperative sociali.

L’agricoltura sociale si caratterizza sempre di più quindi anche come settore produttivo, orientato alla vendita di beni di consumo, formato da imprese che adottano preferibilmente tecniche di agricoltura sostenibile e che dipendono, in minor misura rispetto ad altre, da fonti pubbliche di finanziamento.

Mentre si rafforza la presenza di entità ed operatori che utilizzano la multifunzionalità dell’impresa agricola come risposta privilegiata per far fronte ad una domanda crescente di inclusione sociale e lavorativa, si diffonde parallelamente presso le istituzioni la consapevolezza dell’enorme potenziale che il settore agricolo può esprimere, approntando servizi dedicati alle fasce svantaggiate della popolazione finalizzati a favorirne l’integrazione.

E’ in questo quadro che si colloca l’iniziativa promossa dalla Regione Lazio e da Arsial su “Multifunzionalità e agricoltura sociale nella programmazione di sviluppo rurale”, svoltasi nei giorni scorsi a Roma, presso la città dell’altra economia.

Un’occasione di ascolto per le istanze provenienti dagli operatori e dalle imprese operanti in questo particolare segmento di attività, che a gran voce reclamano oltre al riconoscimento del ruolo insostituibile da essi svolto, anche l’approntamento di strumenti di sostegno adeguati, tra cui quelli di carattere finanziario.

L’attenzione è quindi concentrata soprattutto sul nuovo periodo di programmazione dei fondi europei e in particolare sulle misure previste dal nuovo PSR, anche se da più parti si insiste sulla necessità di sfruttare in maniera coordinata l’accesso integrato ai diversi strumenti in cui si articolano i fondi strutturali. Ne consegue che a livello regionale si rende sempre più indispensabile una stretta collaborazione tra gli assessorati, coinvolti a diverso titolo nelle politiche sociali e di integrazione.