Fasce frangivento, si parte da Tarquinia

26/09/2019 - 

Predisposto da Arsial il piano di manutenzione delle fasce frangivento in comune di Tarquinia.

Nel solo comune di Tarquinia sono oltre trenta i chilometri di fasce frangivento, costituite da eucalitti, di cui l’Agenzia detiene la proprietà, con l’obbligo di provvedere alla loro manutenzione e gestione. Un patrimonio che risale ai tempi della riforma fondiaria, quando l’Ente Maremma si fece carico di ingenti opere di sistemazione idraulico-forestale a protezione dei poderi e dei nuovi insediamenti che venivano creati sulle terre espropriate al latifondo.

Nel corso degli anni, la gestione delle fasce frangivento si è tradotta prevalentemente in interventi sporadici, di scarsa incisività, spesso dettati da situazioni di urgenza che ne rendevano indilazionabile la realizzazione. Nulla, o quasi, è stato fatto invece nell’ottica di conservare e migliorare la barriera protettiva a difesa delle colture e degli insediamenti produttivi ed abitativi. Tanto che la medesima risulta, in molti tratti, notevolmente compromessa rispetto alla struttura originaria formata da tre filari. Specie lungo la viabilità secondaria, troviamo oggi spesso un solo filare e a volte anche tratti completamente scoperti. Risultato quest’ultimo imputabile al mancato governo da parte delle pubbliche istituzioni e ad interventi arbitrari non contrastati, effettuati da frontisti e più in generale dalla popolazione locale.

Solo recentemente, nell’ottica di salvaguardare l’esistenza delle fasce frangivento residue e di rilanciarne la funzione protettiva, Arsial ha predisposto per il comune di Tarquinia un Piano di manutenzione, ai sensi della L.R. 28 ottobre 2002 n. 39.

Tra gli interventi contemplati rientrano anche alcuni abbattimenti di piante ormai giunte al termine del proprio ciclo naturale, onde ridurre per il possibile i rischi di crolli improvvisi a danno della pubblica incolumità, ma soprattutto la piantumazione di un numero considerevole di nuovi esemplari di eucalitti, circa 5 mila, finalizzata alla ricostituzione delle fasce. A tal fine, saranno utilizzate le piantine ottenute dal Crea-Centro di ricerca Foreste e Legno di Roma Casalotti, con cui Arsial ha sottoscritto un apposito accordo di collaborazione.

L’Agenzia si attiverà inoltre per rientrare in possesso di quella parte delle fasce di sua proprietà, che nel corso degli anni è stata inglobata in recinzioni e muretti di confine da parte dei frontisti, riconfermando per questa via la funzione di pubblica utilità svolta da tali barriere. Nonostante le molteplici funzioni miglioratrici esercitate dalle fasce – si pensi al contenimento degli effetti deleteri provocati dalla salsedine sulle coltivazioni, o alla protezione esercitata nei confronti dell’azione meccanica ed erosiva dei venti su piante e suolo, ma anche alla biomassa prodotta e all’attitudine mellifera della specie impiegata, nonché alla funzione più generale di ossigenazione svolta – esse sono ben lontane dal trovare un’accettazione unanime da parte di agricoltori e residenti delle aree rurali costiere. Non sono pochi quelli che vedono viceversa, nella presenza di tali alberature, solo ostacoli al completo sfruttamento dei terreni e fonti di possibili complicazioni.