Arsial aderisce alla seconda “Giornata Nazionale del Mare”. Rosati: “Siamo custodi pro tempore di un meravigioso tesoro, da conservare per i nostri figli”.
Si celebra oggi, 11 aprile, la giornata nazionale del mare, istituita nel 2017 per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’urgenza di salvaguardare una risorsa centrale del nostro ecosistema. Dopo il richiamo sempre più insistente sui livelli di inquinamento da plastiche e microplastiche che assediano le acque marine, oltre che le terre emerse, dopo le manifestazioni e gli appelli disperati di centinaia di migliaia di ragazzi guidati da Greta, la giovane svedese paladina della causa ecologista, tese a risvegliare una coscienza ambientalista diffusa e ancor più una consapevolezza sulla improcrastinabilità di misure immediate e decise a difesa del pianeta, anche la giornata nazionale ci costringe, almeno per 24 ore, a riflettere sull’importanza fondamentale del Mare. Nelle sue molteplici sfaccettature, ferma restando la sua centralità nel garantire un futuro alle forme di vita sulla terra.
Ma perché – si dirà – Arsial si interessa al mare? Quale è il motivo che spinge l’Agenzia a schierarsi a favore di una campagna su un tema come questo, così lontano, apparentemente dalle tematiche specifiche di sua pertinenza, quelle agricole in particolare? “Bene – risponde il presidente Antonio Rosati – al di là di una doverosa sensibilità istituzionale per un tema così centrale per la vita sul pianeta, ci sono molteplici ragioni che ci spingono ad aderire ad una campagna sulla tutela del mare. Innanzitutto, noi siamo come Agenzia chiamati per compito istituzionale e in quanto eredi delle funzioni a suo tempo svolte dall’Istituto Ittiogenico, ad occuparci di governo e salvaguardia, nonché di valorizzazione della fauna ittica presente nelle acque interne del Lazio, sistema fluviale e lacustre della regione, e in mare aperto, dove le acque interne sono soggette ad un continuo interscambio. Ma ci sono anche ragioni più puntuali che ci sollecitano a mobilitarci, per esempio il fatto che siamo tuttora proprietari di alcune porzioni di litorale, oggi sotto tutela, che ci provengono dall’eredità della Riforma degli anni ’50, così come siamo impegnati con fondi comunitari nella salvaguardia di risorse forestali, pubbliche e private ancora presenti lungo la costa tirrenica. Tutto ciò ci porta a rafforzare il nostro impegno in difesa del Mare, siamo custodi pro tempore di questo straordinario tesoro e abbiamo il dovere di conservarlo nel migliore dei modi per i nostri figli”.
Così l’Agenzia è chiamata a contribuire alla salvaguardia e alla tutela di ‘beni comuni’ particolarmente sensibili, quali ad esempio il monumento naturale della Palude di Torre Flavia, presso Ladispoli o il tratto di lungo mare del ‘Tombolo’ a Pescia Romana. Aree di grande pregio naturalistico, la cui sopravvivenza è strettamente condizionata dal livello di inquinamento marino.
E ancora, è impegnata con un progetto Life e con fondi comunitari a dare risposta al deperimento in atto del Bosco planiziale di Palo Laziale, una riserva naturalistica costiera di estremo interesse, così come su mandato regionale sta monitorando il livello di risalita salina e l’inquinamento da nitrati di ampie porzioni di litorale pontino, a sud di Roma. Mentre nell’arcipelago delle Isole ponziane si sta occupando, ormai da qualche anno, di censire la biodiversità di interesse agrario, spingendo per la riscoperta e la valorizzazione delle produzioni locali, in particolare la lenticchia a Ponza e Ventotene e la Biancolella a Ponza, un antico vitigno autoctono dell’isola.
E, infine, come non ricordare la stretta interconnessione che lega le aree costiere alla produzione agricola, così spesso responsabile delle condizioni di salute del mare per effetto dei fattori inquinanti di origine chimica, che dai campi raggiungono i corsi idrici superficiali e da qui confluiscono nelle acque marine? Ecco perché il Mare va difeso a tutti i costi e con tutte le forze.