Viticoltura e sostenibilità: un nuovo progetto Arsial-Dibaf dedicato alla gestione della chioma di vite

04/08/2023 - 

La sperimentazione, in corso di svolgimento all’interno dell’Azienda Dimostrativa Arsial di Velletri, mira ad accrescere la resilienza dei vitigni e a migliorare la qualità delle uve, attraverso pratiche di defogliazione e impiego di big data.  

Un nuovo progetto sperimentale dedicato alla gestione della chioma e alla defogliazione delle piante di vite prima della vendemmia, finalizzato a migliorare la resilienza dei vitigni e la qualità delle uve. È un’iniziativa di Arsial realizzata in collaborazione con il Dipartimento per l’Innovazione nei sistemi biologici, agroalimentari e forestali (DIBAF) dell’Università della Tuscia di Viterbo, in corso di svolgimento sui terreni dell’Azienda Sperimentale Dimostrativa Arsial di Velletri.

LA SPERIMENTAZIONE
L’attività è basata su prove di defogliazione meccanica precoce della zona basale (4-6 foglie in prossimità della fascia produttiva) e di defogliazione in post-allegagione della porzione mediana della chioma, condotte su due varietà autoctone laziali: Capolongo b. e Raspato n.

Le prove sono state avviate, stabilendo come variabili di riferimento il ciclo vitale della pianta, (fase fenologica precocissima, precoce, tradizionale e tardiva) e la zona della chioma defogliata (basale, centrale), nell’intento di perfezionare, alla fine del percorso sperimentale gestione delle patologie, l’efficacia dei trattamenti e la qualità del grappolo.

A defogliazione conclusa, i ricercatori del DIBAF, specialisti della viticoltura di precisione, verificheranno attraverso sistemi di rilevamento basati sull’acquisizione da remoto dei dati spettrali, ottenuti tramite l’impiego di droni aerei o terrestri, gli aspetti riguardanti l’evoluzione fisiologica, vegetativa e produttiva delle viti di Capolongo b. e Raspato n. incluse nella sperimentazione.

I dati acquisiti da remoto, uniti a quelli ottenuti tramite sistemi prossimali, saranno utilizzati per la determinazione di indici vegetazionali e fisiologici (conduttanza stomatica, efficienza fotochimica e senescenza fogliare), dai quali ricavare informazioni utili ai produttori riguardo l’adattamento della vite alle strategie di gestione della chioma e la qualità delle uve.

Nel corso del progetto, inoltre, favoriti dal contesto periurbano e dalla possibilità di lavorare su varietà autoctone ancora poco conosciute, saranno raccolte informazioni riguardanti le performance fotosintetiche e le attitudini alla resistenza agli stress abiotici, finora assenti per molti vitigni locali, imprescindibili nella viticoltura sito-specifica.

Il progetto si inserisce nella cornice delle pratiche vitivinicole in linea con le politiche ambientali comunitarie “EU Green Deal” e globali “Save and Grow FAO”, finalizzate al raggiungimento della massima produzione possibile secondo criteri di sostenibilità, massimizzando la conoscenza e il ricorso all’ITC nel processo produttivo.

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