Il presidente di Arsial, intervenendo sulle colonne del Messaggero, ha commentato l’ultima edizione di Vinitaly.
“A giudicare dal riscontro di presenze all’interno del Padiglione e dagli apprezzamenti ricevuti dai nostri vini, per il Lazio è stata l’edizione Vinitaly della svolta, oltre che della ripartenza” lo dichiara il Presidente di Arsial Mario Ciarla a conclusione della quattro giorni veronese, da sempre ritenuta l’evento clou del calendario enologico mondiale.
“È cresciuta negli ultimi anni la consapevolezza della forza e del potenziale della produzione della nostra regione. A detta di tanti avventori della Fiera – prosegue il Presidente – il Lazio si è rivelato la vera sorpresa di questa edizione. Un riconoscimento che ci inorgoglisce e ci consegna una grande responsabilità: promuovere con sempre maggiore convinzione e determinazione ciò che di meglio la nostra regione può offrire in termini di produzioni autoctone, biologiche, naturali e bollicine. Un pubblico sempre più attento e qualificato ha potuto conoscere da vicino la proposta delle 58 aziende presenti. La sala degustazioni è diventata il cuore del Padiglione e un’attrazione della Fiera nel suo complesso. Grazie a un fitto calendario di eventi curato insieme ad Excellence, la formula del cooking show in abbinamento ad almeno due etichette di vino è stato un format vincente, attrattivo e molto apprezzato. Cresce insomma la qualità e la quantità del vino del Lazio ma anche la volontà di parlarne di più e meglio. Con l’orgoglio di un’appartenenza a un territorio ricco di storia, bellezza, qualità e bontà. Un Lazio “eterna scoperta” anche a livello enologico che ci impegna a investire e scommettere sempre sui nostri punti di forza: l’ottimo rapporto qualità prezzo, un trend mondiale che vede favoriti i bianchi e che quindi incentiva la spumantizzazione che sta andando molto bene, la crescita dei vitigni autoctoni e dei vini naturali che rappresentano ancora una nicchia ma con un grande potenziale. Molto positiva la presenza di RDS radio partner all’interno dei Padiglioni, interessanti, divertenti, dinamici i cooking show, la partecipazione di chef stellati, collettivi e consorzi del territorio, gli eventi come la presentazione della guida del Cesanese di Repubblica in collaborazione con Arsial. Un bilancio – ha concluso Ciarla – del tutto positivo che regge su tre considerazioni fondamentali: il superamento dello stereotipo di un vino laziale come “bevanda” da tavola senza grandi ambizioni, l’affermarsi di un clima di orgoglio e di consapevolezza, una partecipazione attenta, costante, sempre più interessata”.
L’edizione numero 54 di Vinitaly è stata generalmente riconosciuta tra gli addetti come quella della “ripartenza”. È stata l’edizione che ha confermato la ripresa in atto nel mondo del vino, ma anche quella che ha fatto segnare il record storico di incidenza dei buyer stranieri in rapporto al totale degli ingressi: 25.000 operatori stranieri provenienti da 139 Paesi, su oltre 88.000 presenti in fiera, che rappresentano il 28% circa del totale.
Numeri che restituiscono l’ennesima conferma riguardo il ruolo e l’importanza di Vinitaly per il comparto vitivinicolo italiano, come vettore di innovazione, business e sviluppo, in un mercato globale in continua evoluzione.