Unesco, la transumanza è patrimonio dell’umanità

13/12/2019 - 

La pratica di migrare le greggi è stata iscritta nel patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Arsial, attraverso il Presidente Antonio Rosati, esprime la sua soddisfazione per il riconoscimento.

L’Unesco mercoledì 11 dicembre a Bogotà ha proclamato la transumanza patrimonio culturale immateriale dell’umanità. La tradizionale pratica di migrazione stagionale del bestiame, tipica di molti territori anche nella nostra regione, è stata iscritta all’unanimità, con il parere positivo di tutti i componenti del Comitato del Patrimonio Mondiale.

La transumanza è diffusa in Italia sin dalla preistoria e si sviluppa attraverso una moltitudine di strade d’erba, i tradizionali “tratturi”, che da secoli testimoniano l’esistenza di un rapporto equilibrato tra uomo e natura. Come buona parte del Paese, il Lazio ha una grande tradizione legata alla migrazione delle greggi, che nel corso del tempo è divenuta parte integrande della cultura e dell’identità di molte comunità nel contesto regionale. Tra le quali spicca quella di Amatrice, dove la candidatura è stata lanciata, indicata tra i luoghi simbolo della transumanza anche nel dossier presentato all’Unesco.

La notizia è stata commentata con soddisfazione dal Presidente dell’Agenzia Antonio Rosati, per il quale la transumanza testimonia: “La forza di una tradizione che con la giusta innovazione, penso alle macchine per alleviare un lavoro duro e difendere il reddito, ci consegna un patrimonio unico che ci impegniamo a difendere universalmente”.

Come evidenziato anche nella motivazione Unesco, la transumanza è una pratica rispettosa del benessere animale e dei ritmi stagionali, che ha contribuito non poco alla modellazione del paesaggio naturalistico ed ancora oggi rappresenta un esempio di approccio sostenibile alle risorse naturali.

La candidatura della transumanza è stata presenta da Italia, Austria e Grecia. Con questo riconoscimento l’Italia acquisisce il primato di iscrizioni Unesco in ambito rurale e agroalimentare, superando Belgio e Turchia.