Torre Flavia, cosa succede quando non ci siamo

08/05/2020 - 

In seguito alle richieste di WWF, LIPU e altre associazioni locali riunite nel Comitato nazionale per la conservazione del Fratino, ARSIAL ha effettuato un sopralluogo congiunto con il personale della Città Metropolitana di Roma Capitale, ente gestore dell’area protetta, presso il Monumento Naturale Regionale della Palude di Torre Flavia, tra Ladispoli e Cerveteri.

Motivo della richiesta la verifica di nidificazioni straordinarie da parte dell’avifauna tipica dell’area, dovute alla sostanziale chiusura al pubblico, in seguito alle misure di contenimento del COVID19, di tutta l’area del litorale limitrofa all’area protetta. L’assenza di disturbo in molti siti costieri in tutta Italia ha infatti portato tante specie a nidificare in siti prima trascurati. Il pericolo segnalato dalle associazioni ambientaliste è che con il passaggio alla fase 2 e la progressiva ripresa della presenza umana questi nidi siano distrutti o disturbati, con significativa perdita delle popolazioni di avifauna.

A seguito del sopralluogo è stato effettivamente rilevato un sito di nidificazione oltre quelli normalmente utilizzati. All’ingresso sud del Monumento, in comune di Ladisopoli, nel tratto limitrofo ai ruderi della omonima torre, si è potuto constatare come la mancanza del calpestio da parte dei normali frequentatori della spiaggia ha portato ad una espansione della duna, habitat tipico per la riproduzione del Fratino (Charadrius alexandrinus), e quindi alla presenza di alcune nuove nidificazioni. Soprendente constatare come, in mancanza del disturbo dell’uomo, da pochi ciuffi di vegetazione psamofilla, ossia specie adatte ai sistemi dunali, capaci di vegetare sulla sabbia, si sia incentivata in poche settimane la formazione di un vero e proprio ecosistema dunale. Prontamente occupato dalle specie tipiche, tra cui appunto il Fratino.

Dato che il sito individuato è prevalentemente fuori dai confini del Monumento naturale e delle proprietà ARSIAL, per la salvaguardia di questo habitat e dei nidi presenti ARSIAL e CMRC verificheranno la realizzazione di un protocollo, eventualmente patrocinato dalle associazioni ambientaliste, da proporre agli enti interessati alla sua gestione e tutela. Ricordiamo quanto sia importante ai fini della conservazione del litorale, in molti punti della costa laziale in fase erosiva, la formazione della duna, che limita l’azione del vento e stabilizza i suoli.

Sempre in seguito al sopralluogo è stato constatato come pure l’ingresso nord del Monumento, in comune di Cerveteri, a seguito degli interventi di ripristino ambientale eseguiti da ARSIAL nell’ultimo anno, sia stato ampliamente ricolonizzato dalla vegetazione spontanea, dando vita ad un habitat in progressiva espansione, che viene monitorato sotto l’aspetto della composizione floristica quali-quantitativa dai tecnici dell’Ente gestore in collaborazione con ARSIAL.