Terre dell’Olio: da Expo ai territori del Lazio

02/10/2015 - 

Un progetto di valorizzazione turistica e insieme produttiva, a partire dalla coltura dell’olivo, presente in tutti gli ambiti territoriali della regione a coprire un’estensione di circa 70 mila ettari. Quattro itinerari turistici attraverso gli areali delle DOP del Lazio.

Tantissimi piccoli produttori che fanno un prodotto straordinariamente buono, 4 nomi, Canino, Carboncella, Rosciola, Itrana, le 4 cultivar di olive diffuse nel Lazio, a identificare quattro areali di produzione che coprono buona parte del territorio regionale. Una sovrapposizione quasi perfetta tra aree olivicole e aree di richiamo turistico. Così questa mattina, in conferenza stampa presso la sede romana di Lazio Innova, Carlo Hausmann dell’Azienda Romana Mercati, ha illustrato il progetto Terre dell’Olio, alla presenza dell’assessore regionale all’agricoltura Sonia Ricci e dell’amministratore unico di Arsial Antonio Rosati.

Un’iniziativa di valorizzazione dei territori dell’olio extravergine del Lazio – focalizzata in particolare sugli areali di produzione delle 4 denominazioni di origine protetta (DOP) riconosciute in sede comunitaria, Canino, Colline Pontine, Sabina e Tuscia – che si colloca all’interno di una più ampia azione nazionale, “Expo e i Territori” finalizzata alla valorizzazione delle eccellenze agroalimentari italiane, concepita in seno alla Presidenza del Consiglio dei Ministri nell’anno dell’Esposizione Universale di Milano e compartecipata dalle Regioni e dai Ministeri dell’Università e della ricerca, dei Beni culturali e dell’Ambiente.

“Il Lazio ha scelto l’olio extravergine d’oliva, un prodotto dell’agricoltura, come elemento guida per andare alla scoperta dei territori e promuoverne la loro valorizzazione prevalentemente turistica ma non solo, dice con orgoglio Sonia Ricci, nel corso del suo intervento. Poteva scegliere anche altro, vista la ricchezza delle sue valenze storico-archeologiche e culturali, invece la giunta Zingaretti ha deciso di puntare per la prima volta con decisione sul settore primario. Il bello di questo progetto, aggiunge l’assessore, è che tutti i soggetti coinvolti, Regione, Comuni, Camere di Commercio, Arsial, partecipano in modo attivo e ciascuno con una propria specificità. Alla base c’è l’idea di fare del Lazio un sistema. Presso ciascuna area DOP, sono stati predisposti dei percorsi turistici tematici e attivati sportelli informativi in cui ricevere informazioni sui siti da visitare e le aziende in cui acquistare l’olio extra vergine di oliva. E il valore di questo progetto deve tornare ai produttori. Da qui, l’importanza della battaglia sull’etichettatura che fa tornare il valore aggiunto ai nostri produttori. Il ruolo di Arsial sarà, invece, fondamentale per il sostegno alle imprese”.

E, infatti, le Camere di commercio, con il supporto di Arsial, provvederanno alla selezione dei prodotti agroalimentari da inserire, accanto all’alta gamma degli oli di origine del Lazio, nel catalogo a disposizione dei visitatori e ad individuare le referenze, dei prodotti complementari o derivati dell’olio, corredate dalle relative schede.

“La novità – ha spiegato Antonio Rosati di Arsial – è che finalmente, nel Lazio, si lavora insieme, non solo con l’Assessorato, ma anche con le associazioni. Quando parliamo di olio, stiamo parlando di un prodotto locomotiva, alla base della nostra storia identitaria, capace di trascinare con sé verso la valorizzazione altre produzioni locali di eccellenza, che nella nostra regione certo non mancano. Ora la vera sfida si gioca sull’etichettatura, la costruzione corretta delle informazioni relative al prodotto, fondamentali per l’esportazione sui mercati degli Stati Uniti, del Canada, del Giappone. E Arsial, con i propri tecnici, è a disposizione per supportare le imprese”.