Una ricerca inedita sul patrimonio immateriale dei saperi collettivi correlato alle risorse della biodiversità agraria del Lazio.
Il lavoro di indagine sul patrimonio regionale delle risorse genetiche animali e vegetali avviato da Arsial agli inizi degli anni 2000 in seguito all’approvazione della legge n. 15, si arricchisce grazie alla ricerca che viene qui presentata di un tassello fondamentale, che mette a fuoco la relazione tra risorse della biodiversità agraria e saperi collettivi e colloca le comunità locali e il loro patrimonio di conoscenza al centro dei processi di valorizzazione reali e potenziali dei prodotti tradizionali.
Il volume dal titolo ‘Saperci fare – Capitale culturale e biodiversità agraria del Lazio’, a cura di Vincenzo Padiglione, realizzato nell’ambito di una collaborazione tra Arsial e Università di Roma La Sapienza, raccoglie i risultati di un progetto di ricerca avviato nel 2010 che aveva al centro i sistemi locali di produzione agricola e le conoscenze tradizionali.
Ma è soprattutto testimonianza di un nuovo approccio metodologico, frutto di una visione interdisciplinare, al tema delle risorse autoctone che privilegia “percorsi capaci di superare la separazione tra fattori biologici e socioeconomici”.
Accordare il giusto peso a questi ultimi infatti significa riconoscere che la tutela dell’agrobiodiversità e la sua valorizzazione sono perseguibili solo a condizione di una partecipazione attiva delle comunità locali. Che in molti casi attraverso la conservazione ‘in situ’ delle risorse individuate procedono ad una concreta riappropriazione del capitale immateriale in esse immagazzinato e muovono i primi passi nella direzione di una ritrovata capacità di progettare il proprio futuro.