Pubblicato dal MIPAAFT l’aggiornamento dei PAT, prodotti agroalimentari tradizionali. Per il Lazio entrano in elenco 19 nuovi prodotti. Con DM 1419 del 7/02/2019 approvata la diciannovesima revisione dell’elenco (GU Serie Generale n.60 del 12-03-2019 – Suppl. Ordinario n. 9).
Insieme ad altre diciotto specialità alimentari del Lazio, anche la Gricia, il piatto dell’alto reatino considerato il progenitore dell’amatriciana, entra da quest’anno a far parte dell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali, la lista delle ‘referenze’ locali che periodicamente viene aggiornata e pubblicata a cura del Ministero delle politiche agricole, forestali e del turismo. Frutto del contributo di indagine e ricerca delle singole Regioni.
Nel Lazio, a curare le istruttorie per la candidatura dei nuovi prodotti è Arsial, che attraverso il proprio personale tecnico è impegnata da quasi un ventennio nel censimento dei ‘tradizionali’, produzioni locali poco conosciute, la cui sopravvivenza e valorizzazione può essere assicurata, molto spesso, solo a condizione di operare in deroga rispetto alla complessa normativa igienico-sanitaria.
Grazie alle 19 new entry di quest’anno la nostra regione raggiunge la ragguardevole cifra di 428 specialità agroalimentari, su un totale nazionale di circa 5 mila prodotti.
Oltre alla Gricia o Griscia che rientra tra i prodotti della gastronomia, tra le novità sono rappresentate quasi tutte le categorie merceologiche agroalimentari, dai prodotti a base di carne, ai vegetali allo stato naturale o trasformati, alle paste fresche e ai prodotti della panetteria, per finire con le specialità della biscotteria e pasticceria locale. Entrano così in elenco varie lavorazioni di carne suina di razza Casertana, tra cui guanciale e lonza, la porchetta di Selci, il Fiordilatte dell’Agro Pontino, l’Asparago delle acque albule di Tivoli e Guidonia Montecelio, la Cipolla di Nepi, il Cocomero Pontino, la Favetta di Aquino, il Pomodoro ovalone reatino. Ma anche la Ciambella e il cornettino di Ponzano Romano (o Ciambella di San Sebastiano) e gli Gnocchi di tritello di Valmontone, così come il Pane di Vicovaro, il Pane Latino e la Pizza Bianca Romana alla Pala del Fornaio. E, infine, i Piccelatiegli e le Pinciarelle Monticellesi.
Un complesso di prodotti che, oltre all’assortimento merceologico, mette in evidenza il contributo delle diverse realtà territoriali attraverso cui si manifesta l’identità regionale.
”Si tratta di un risultato importante – è il commento del presidente di Arsial, Antonio Rosati – che va nella giusta direzione di riconoscimento del grande patrimonio di tipicità locali. Dalla tradizione arrivano gli spunti più interessanti per migliorare gli stili di vita di ognuno di noi e lo stimolo a lavorare per la difesa dell’economia di prossimità”.
Vai all’elenco completo dei prodotti agroalimentari tradizionali del Lazio