Le proprietà di Arsial, una garanzia per l’accesso al credito

23/04/2016 - 

Un fondo immobiliare costituito dalle proprietà di Arsial come strumento di garanzia reale per l’accesso al credito, al servizio del nuovo Piano di sviluppo rurale (PSR). Questo, in sintesi, il progetto in cantiere a cui sta lavorando Arsial, su mandato dell’assessore all’agricoltura e della Giunta regionale del Lazio.

Lo annuncia l’amministratore unico dell’Agenzia, Antonio Rosati, nel corso del suo intervento al seminario ‘Il Territorio come Destino. L’agricoltura sostenibile per la Regione Lazio’, svoltosi a Roma alla Casa del cinema di Villa Borghese. Un’iniziativa promossa dalla Confederazione Italiana Agricoltori, in collaborazione con la Regione Lazio e la Camera di commercio di Roma, nell’ambito delle celebrazioni della giornata mondiale della Terra.

“Si tratta di una grande occasione di ammodernamento e di sviluppo, capace di creare lavoro per tanti giovani” ha detto Antonio Rosati con riferimento all’avvio del nuovo PSR nel Lazio che metterà a disposizione 780 milioni di euro in cinque anni. “Tuttavia, soprattutto loro – ha proseguito l’amministratore unico di Arsial – si scontrano sempre con le regole del credito del sistema bancario. Il problema non è tanto legato ai tassi, ma al rifiuto delle banche a concedere il credito.”

Per Rosati “questa difficile transizione italiana ha bisogno di una impetuosa stagione di investimenti. Ma per farlo, ci vuole il credito e bisogna usare tutte le leve che ci sono. E il grande patrimonio pubblico può essere uno strumento intelligente. Del resto, conclude, “un fondo immobiliare non costerà nulla alla collettività”.

Oltre che sugli strumenti per l’accesso al credito, nel corso del suo intervento l’amministratore unico dell’Agenzia si è soffermato sulla crisi che da tempo colpisce il settore zootecnico della nostra regione. “Oggi – ha spiegato Rosati – c’è una difficoltà enorme dei produttori italiani, e in particolare di questa regione, per il prezzo del latte vaccino alla stalla; si rischia di distruggere un patrimonio aziendale di stalle che chiudono, con danno sociale, economico e ambientale”.

Ma c’è una possibilità, a giudizio di Rosati, per far sì che gli allevatori del Lazio ritornino in possesso di una quota parte del valore aggiunto della loro produzione. E questa, risiede nella facoltà di esercitare il diritto di prelazione per tornare in possesso della Centrale del latte del Comune di Roma, da anni oggetto di una travagliata vicenda amministrativa e giudiziaria. “Il 75% delle azioni – continua l’amministratore unico di Arsial – sono tornate al Comune di Roma e il futuro Consiglio comunale dovrà deciderne il destino. Siccome però gli agricoltori detengono il 16%, in base al Codice civile hanno un diritto di prelazione. E allora perché, una volta fissato il prezzo, non favorire in tutti i modi la possibilità che la Centrale del Lazio possa essere dei produttori del Lazio?”