L’Agroindustria del Lazio incontra il mondo dell’università e delle professioni

14/03/2016 - 

 

L’agroalimentare, settore chiave in grado di generare nuovi sbocchi lavorativi. Le aziende incontrano i giovani universitari, laureati e laureandi, per un confronto sulle opportunità di inserimento professionale.

 

Due casi di successo dell’imprenditoria agroalimentare del Lazio a testimonianza delle potenzialità del settore e del ruolo da protagonista che esso può giocare per un rilancio sostenibile dell’economia regionale.

Una storica impresa come la Pallini Spa impegnata da oltre 140 anni nel segmento della produzione di liquori che oggi esporta l’80 per cento della sua produzione in 40 paesi e una piccola impresa, Birradamare, sorta appena dieci anni fa ma già presente sui mercati esteri con la sua produzione di birra artigianale, che da poco ha completato la propria filiera produttiva inserendo accanto al processo agroindustriale anche la produzione della materia prima, con la coltivazione dell’orzo in azienda agricola. Due casi di successo e di innovazione, presentati oggi a Roma in un incontro organizzato presso il Centro Congressi Frentani sul tema “Le Eccellenze Agroalimentari del Lazio per un rilancio sostenibile dell’Economia Regionale”, allo scopo di mettere in contatto diretto con il sostegno attivo delle istituzioni, Arsial e Regione Lazio in primo luogo, l’imprenditoria agroindustriale del Lazio con il mondo dell’università e delle professioni. Ad interrogarsi sulle nuove opportunità offerte, anche in termini di sbocchi occupazionali, dalle molteplici potenzialità del comparto agroindustriale della regione erano presenti oltre a studenti e laureati della Sapienza e al professor Carlo Magni, docente di Politica Economica della medesima università, anche Carlo Hausmann, assessore all’Agricoltura della Regione Lazio, Antonio Rosati, amministratore unico di Arsial e David Granieri, presidente di Coldiretti Lazio.

 

“Nel nostro Paese il 39% dei giovani non trova un’occupazione stabile – ha esordito Rosati – un numero che deve far riflettere e che per noi rappresenta un assillo quotidiano. Noi abbiamo deciso di farci promotori dell’incontro tra le imprese agroindustriali che hanno bisogno di un certo tipo di professionalità, dai tecnologi alimentari agli esperti di marketing, e il mondo dell’università.”

“Ringrazio le aziende che hanno fatto dell’innovazione un fattore di successo – ha continuato l’amministratore unico di Arsial – l’agroindustria si è dimostrata un volano per lo sviluppo dell’economia regionale e il Lazio deve giocare una carta su questo comparto. Oggi il cibo italiano tira, dobbiamo puntare sul triangolo cibo, cultura, turismo e vendere nel mondo il nostro territorio.”

 

E sul binomio qualità e territorio ha insistito anche Carlo Hausmann, ricordando che occorre puntare su prodotti originali e non sostituibili, svilupparne dei nuovi e migliorare l’offerta di prodotti finiti a partire da “una base di materie prime di qualità eccezionale” già presente nel Lazio. “Tutto quello che c’è da fare come ricerca, tecnologia, impiantistica, ma anche valutazione del prodotto, sistemi di qualità e promozione commerciale – ha concluso l’assessore – è in grado di generare molti posti di lavoro”.