Il nuovo PSR a confronto con il territorio

16/02/2016 - 

Dopo la presentazione del novembre scorso a Roma e il lancio del primo bando pubblico destinato ai Gruppi di Azione Locale, il Programma di sviluppo rurale della Regione Lazio approda ai territori. Prima tappa Montefiascone, in provincia di Viterbo. Nei locali della cantina sociale, di fronte ad una platea gremita, intervengono ad illustrarlo il neo assessore all’agricoltura Carlo Hausmann e l’amministratore unico di Arsial Antonio Rosati.

Dopo aver accennato alle nuove opportunità offerte dal PSR, con una dotazione finanziaria superiore di 77 milioni rispetto alla vecchia programmazione per un importo complessivo di 780 milioni di euro, l’assessore prende un primo impegno: “Vi garantisco che entro un mese da oggi usciranno i primi 9 bandi per un totale di circa 100 milioni di euro, che aggiunti ai 60 milioni del bando dello sviluppo rurale che è già partito, porta a 160 milioni il plafond del primo anno di attività del Psr”.

I bandi- ha continuato Hausmann- conterranno diverse misure che riguardano le imprese, le filiere produttive, con una corsia preferenziale particolare per chi opererà in filiera, quindi produttori, trasformatori e distributori di prodotti alimentari. E poi, una grande attenzione ai giovani, perché la misura che favorisce il primo insediamento delle imprese agricole è al centro del Psr e sappiamo che avrà un interesse molto esteso, sicuramente esauriremo il plafond finanziario a disposizione”. E sui giovani ha richiamato l’attenzione anche l’amministratore unico di Arsial, sottolineando il contributo del Psr “al ritorno di tanti giovani alla produzione del cibo”.

“Ma questo – ha proseguito Rosati – ci insegna che dobbiamo riscoprire il valore della terra. Dobbiamo mettere al servizio delle nostre imprese più terra pubblica con lo strumento dell’affitto. Perché questo consentirà loro di aumentare la base produttiva”.

Mentre per quanto riguarda gli investimenti in campo agricolo, sostenuti dalle misure del Psr con un contributo variabile tra il 50 e il 60 per cento della spesa complessiva, Rosati ritiene che occorra “lavorare insieme”. “Sui mercati italiani o internazionali – ha concluso l’amministratore unico di Arsial – non vinceremo grandi battaglie se saremo divisi. Dobbiamo assemblare più prodotto per dare maggiore valore aggiunto agli agricoltori e fare una grande politica per promuovere i nostri prodotti sui mercati internazionali, senza però disperdere gli interventi”.