Esce con il contributo di Arsial una pubblicazione monografica dedicata al variegato mondo dei legumi, che nel Lazio ha radici profonde sia nella tradizione culinaria che nella pratica di coltivazione, potendo vantare oltretutto un ricco patrimonio di diversità genetica che trova espressione nelle numerose specie e varietà locali tuttora presenti, individuate grazie ad un’attenta opera di indagine sviluppata negli anni dall’Agenzia.
Ma in più la “Piccola guida gustosa ai legumi del Lazio”, edita da Artix e curata da Marco Panella, impegnato da anni nella comunicazione legata ai temi del cibo, ci guida alla scoperta della tradizione culinaria romana e laziale. Presentando ricette in molti casi poco conosciute, che vanno dalla “vignarola” alla “passatina di cicerchia”, dai cannellini di Atina “al sale e pepe”, alle lenticchie di Rascino, con l’ausilio di un nutrito bagaglio di riferimenti legati sì alla tradizione – e qui ci segnala nel dettaglio sagre e manifestazioni gastronomiche locali tuttora praticate – ma anche alla letteratura, al cinema, alle arti in genere.
“Un racconto fuori dalle righe” – lo definisce lo stesso Marco Panella nel corso della presentazione avvenuta a Roma venerdì scorso, presso i locali della Compagnia del pane. “Parliamo dei legumi in tanti modi, come consuetudine alimentare che parte dagli aneddoti legati alla cucina popolare e arriva alle nostre tavole di oggi, grazie a una rinnovata attenzione alla salute e al benessere a cui i legumi danno risposta”.
Un tema su cui insiste anche Antonio Rosati, amministratore unico dell’Agenzia, quando si accinge a spiegare il perché del sostegno accordato da Arsial al progetto editoriale: “questa guida esalta una tradizione, un patrimonio genetico d’eccellenza del Lazio che noi cerchiamo di curare, riscoprendo i legumi. E in un momento in cui l’alimentazione è molto legata alla salute, mangiare più legumi fa molto bene. Arsial, conclude Rosati, ha la funzione di valorizzare questa tradizione che consente di mangiare bene, perché molti di questi prodotti sono biologici e permettono di mangiare bene a prezzi popolari”.