Filiera corta, con 50 mercati agricoli il Lazio conferma la vocazione al “km 0”

03/12/2020 - 

Nel Lazio sono attivi circa 50 mercati agricoli, gestiti in massima parte da associazioni di agricoltori, che approvvigionano a “km 0” famiglie, ristoratori e aziende del territorio.   

Nella nostra regione, nonostante le restrizioni adottate per il contrasto della pandemia, restano attivi cinquanta mercati agricoli di vendita diretta, conosciuti anche come mercati contadini o farmer’s market, che a cadenza tendenzialmente settimanale approvvigionano famiglie, ristoratori e aziende del territorio. La rilevazione svolta in Arsial durante il mese di novembre, conferma il forte radicamento che i mercati contadini, forme di multifunzionalità agricola basate sulla vendita diretta dei produttori al consumatore finale, hanno oramai raggiunto nel Lazio, favoriti dalla presenza di una grande tradizione enogastronomica e da un pubblico attento alla qualità alimentare e alla sostenibilità.

L’acquisto nei mercati contadini, unito al delivery agricolo e alla vendita diretta in fattoria, è una delle forme più diffuse di filiera corta. I punti di forza di un mercato contadino sono la vicinanza tra produttore e consumatore, l’assenza di intermediazioni commerciali, l’impatto ambientale ridotto, l’elevata qualità delle materie prime e il prezzo ragionevole delle derrate, che in massima parte provengono da aziende del territorio.

I MERCATI AGRICOLI E IL LAZIO
Nel Lazio, come nel resto d’Italia, il mercato agricolo è sinonimo di qualità e cibo sano. I cinquanta mercati attivi nella nostra regione coprono il territorio di tutte e cinque le province, con preferenza per le aree urbane. Gran parte dei mercati si trova nell’area metropolitana di Roma, che dispone di 42 mercati contadini, 20 dei quali all’interno della Capitale. Altri otto sono diffusi sul territorio delle quattro province: Rieti (3), Viterbo (3), Latina (1), Frosinone (1).

I MERCATI AGRICOLI NEL MONDO
Sebbene siano stati introdotti in Italia soltanto nel 2007, i mercati contadini si ricollegano a una tradizione molto più antica: quella delle fiere o dell’acquisto diretto dal produttore, che nel nostro Paese, anche per gli effetti di una cultura del cibo molto radicata, non è mai venuta meno. In Europa occidentale e negli Stati Uniti sono nati sul finire degli anni ’70, ma soltanto intorno agli anni ’90, anche per il diffondersi di nuovi modelli di consumo, hanno raggiunto una presenza capillare, tanto da costituire un’alternativa importante al commercio nella GDO, soprattutto per la distribuzione delle produzioni di nicchia.

Malgrado l’introduzione più recente, in Italia la rete distributiva dei mercati agricoli ha raggiunto dimensioni analoghe, talvolta anche superiori agli altri Paesi Ue, finendo col divenire una piacevole abitudine per consumatori ed esercenti della ristorazione, soprattutto per l’acquisto di prodotti locali.

MERCATI AGRICOLI, CULTURA DEL CIBO E AGROBIODIVERSITÀ
Il segreto della loro diffusione, in massima parte, dipende dalla natura stessa della formula. Il mercato contadino è un luogo di vendita ma anche di relazione tra aziende e consumatori. Ospita spesso eventi e iniziative legate alla cultura del cibo, ma anche al folklore e alle tradizioni locali, che trasformano il processo d’acquisto in un’esperienza vera e propria. Inoltre, grazie all’adozione di modelli di consumo sostenibili, quasi sempre orientati all’economia circolare, rappresentano un canale distributivo ideale per produzioni tipiche o tradizionali e produzioni di nicchia ottenute da materie prime della nostra agrobiodiversità, che nei farmer’s market trovano pubblico attento e sensibile, pronto ad apprezzarne le qualità.

“Mercati Agricoli di Vendita Diretta del Lazio” – Scarica il prospetto

Leggi anche

Biodiversità agricola, ventiquattro risorse autoctone entrano nel Registro Volontario Regionale

Biodiversità, “Conservazione delle risorse genetiche vegetali e animali in agricoltura”: Operazione 10.2.1 del PSR Lazio 2014-20