Educazione alimentare – Con Sapere i sapori: “consumate i prodotti del Lazio”

17/10/2015 - 

Educazione alimentare nelle scuole dell’obbligo del Lazio intesa come conoscenza di base dei prodotti agro-alimentari che entrano nella dieta quotidiana delle famiglie, informazioni sulle proprietà dei prodotti, sul loro ciclo biologico e commerciale, stagionalità, filiera corta, conoscenza e apprezzamento delle produzioni locali. Questi i temi caratterizzanti del progetto “Sapere i Sapori”, un programma profondamente revisionato nel 2014, che da oltre 10 anni la Regione porta avanti con gli alunni e gli insegnanti delle scuole primarie e secondarie inferiori. Temi richiamati questa mattina da Antonio Rosati, amministratore unico di Arsial, nel corso della giornata di animazione organizzata presso l’Istituto comprensivo Giovanni Battista Valente, nel quartiere romano del Prenestino.

Che ha anche invitato gli oltre 150 bambini di 4^ e 5^ elementare presenti, insieme alle maestre, a conoscere e gustare i “prodotti straordinari” che compongono il paniere delle eccellenze del Lazio, dalle lenticchie di Onano (che qualcuno tra i presenti conosceva), alla salsiccia al coriandolo di Monte San Biagio, per finire alla più popolare porchetta di Ariccia. “Consumate olio del Lazio, ha esortato Rosati rivolto alla giovanissima platea e fatelo acquistare dai vostri genitori. Non è vero – ha aggiunto l’amministratore unico dell’Agenzia – che l’olio di semi sia da preferire a quello extra-vergine di oliva, anche per le fritture. Il Lazio produce olio di grande qualità e con ottime caratteristiche organolettiche e salutistiche”. E, per finire, un appello a contenere lo spreco alimentare, una piaga delle società opulente, che le nuove generazioni possono contribuire a contrastare.

“’Sapere i Sapori ’, ha concluso Rosati, è un programma a cui siamo molto affezionati, noi andiamo in giro per le scuole elementari e medie, e dal prossimo anno nelle superiori, per informare sulla corretta alimentazione attraverso specialisti, tecnici e simpatici attori, che possono trovare canali di comunicazione diretti e più simpatici con i ragazzi, per far conoscere il nostro territorio e i nostri prodotti. Noi siamo convinti che chi mangia bene pensa bene e per questo il programma, finanziato con fondi comunitari, lo ripeteremo nel 2016, probabilmente con un nuovo bando”.

“Oggi erano previste solo le quarte e le quinte ma, spontaneamente, si sono aggiunte anche le altre classi”, ha commentato la preside della scuola, Rosamaria Lauricella, entusiasta del proprio lavoro e convinta sostenitrice del programma di educazione alimentare che da anni la sua scuola porta avanti con grande partecipazione da parte dei piccoli alunni e delle maestre. Una tradizione consolidata nel tempo e un’attenzione particolare sul versante dell’alimentazione sana, sostenuta anche tramite esperienze di coltivazione di piante da orto affidate ad alunni e docenti sugli spazi esterni adiacenti al plesso scolastico. Bambini super coinvolti oggi nel corso dell’animazione condotta da personale specializzato dell’associazione Cultural Factory che hanno condotto numerosi laboratori a tema su aspetti particolari dell’alimentazione, organizzando giochi di gruppo attraverso cui veicolare informazioni importanti relative a composizione degli alimenti, ciclo di vita dei prodotti, percorsi di trasferimento dalla produzione al consumo.

“Abbiamo quattro laboratori didattici – ha spiegato la responsabile dell’associazione, Francesca Morelli – quello del formaggio dove insegniamo dal vivo come si ottiene il prodotto a livello artigianale. C’è poi ‘Il lungo viaggio dei cibi’, un gioco sulle differenze tra la filiera lunga, quella corta e il chilometro zero. ‘Super me’ è un terzo gioco che si fa con fiches che rappresentano carboidrati, vitamine, proteine, sali minerali e grassi e che serve per capire come distribuire i diversi tipi di nutrienti. Infine, ‘Indovina chi è’ un gioco che facciamo per far indovinare ai bambini i prodotti tipici, attraverso il confronto tra foto di prodotti generici e prodotti locali”.