Con gli istituti agrari un contributo alla formazione

03/03/2016 - 

Un pacchetto di iniziative concrete a sostegno della formazione praticata dagli istituti tecnici agrari per contribuire ad una migliore qualificazione delle figure professionali previste e rendere più agevole il loro inserimento lavorativo.

Questo quanto annunciato da Antonio Rosati, amministratore unico di Arsial, intervenuto al Congresso nazionale di Re.N.Is.A., la Rete nazionale degli istituti agrari, presso l’Istituto Galilei di Roma.

Innanzitutto un impegno nella promozione dei prodotti, tra cui marmellate, vini ed oli ottenuti con il concorso degli studenti presso gli istituti tecnici agrari, attraverso un loro inserimento tra le referenze laziali che vengono proposte sia presso il corner dell’aeroporto di Fiumicino, sia presso l’Enoteca di via Frattina. “Due luoghi di prestigio – ha sottolineato Antonio Rosati – che Arsial con la Regione Lazio ha deciso di gestire in maniera imprenditoriale, affidandoli a privati”.

Oltre a ciò è previsto il coinvolgimento degli studenti, al posto delle hostess, nelle iniziative di promozione cui partecipano Arsial e Regione Lazio in modo tale che essi possano venire in contatto diretto con le realtà produttive e commerciali più significative del settore, nonché l’istituzione di borse di studio per premiare le migliori idee a sostegno delle buone pratiche.

“Istituzioni e agenzie come l’Arsial non possono essere luoghi isolati – ha continuato Rosati – è necessario il dialogo con il tessuto della formazione e della scuola. I dati economici ci fanno vedere un pochino di luce, ma questa crisi ha distrutto 1,7 milioni di posti di lavoro. E il dato che riguarda i giovani, per cui il 40% non trova lavoro, per noi rappresenta un assillo che ci sprona ogni giorno”.

Quindi, anche sul versante dell’inserimento lavorativo delle figure professionali specializzate in campo agricolo occorre fare di più, sia favorendo il loro accesso alla terra, sia offrendo agli istituti l’assistenza tecnica per accedere ai fondi Ue, messi in campo dal Programma di sviluppo rurale. “Dopo 44 anni – ha infine ricordato l’amministratore unico di Arsial – abbiamo riaperto la questione fondiaria, assegnando con un bando 350 ettari di terra non lavorata. E’ stato un successo enorme e con la Regione abbiamo deciso di proseguire su questa strada.”