Il Cavallo Lipizzano, patrimonio culturale Unesco ed esempio di biodiversità tutelata

26/01/2023 - 

Bellezza ed eleganza sono le caratteristiche tipiche del Lipizzano, cavallo autoctono della nostra regione, iscritto di recente nel patrimonio culturale Unesco. È una razza tutelata dalla LR. 15/2000, attuata da Arsial su mandato della Regione.

Al Cavallo Lipizzano sono solitamente attribuite bellezza ed eleganza straordinarie, tanto da rappresentare un fiore all’occhiello per la nostra biodiversità animale e per l’intero settore equestre.

La razza è iscritta nell’Anagrafe Nazionale della biodiversità di interesse agricolo e alimentare (L. 194/2015) e nel Registro Volontario Regionale (RVR) delle risorse genetiche autoctone a rischio di erosione, previsto dalla L.R. 15/2000 e tenuto da Arsial per conto della Regione Lazio.

Malgrado l’origine mitteleuropea e asburgica è a tutti gli effetti considerata autoctona del Lazio, dove viene allevata a partire dal ’55 a Montelibretti (RM) nell’Allevamento Statale del Cavallo Lipizzano, gestito oggi dal Centro di ricerca Zootecnia e Acquacoltura del CREA di Monterotondo.

L’ORIGINE
L’allevamento del Cavallo Lipizzano rappresenta un complesso patrimonio di conoscenze e pratiche, tramandate nel corso dei secoli nelle aree politicamente e geograficamente assoggettate all’influenza asburgica. Le origini della razza risalgono alla fine del XVI secolo quando Lipizza, al tempo tra i domini del Vescovo di Trieste ma oggi in territorio sloveno, fu scelta per l’impianto di un nuovo allevamento d’élite dell’Arciduca Carlo di Stiria, terzogenito dell’Imperatore Ferdinando I d’Austria. Ad influenzare la decisione, contribuirono la buona qualità dei cavalli che popolavano il Carso e l’Aquileiese e il clima sanissimo della regione italiana, nonché la vicinanza a zone di grande tradizione e notorietà per l’allevamento degli equidi.

Il 10 maggio 1580 giunsero a Lipizza le prime fattrici provenienti dall’Aquileiese, dal Polesine e dal Veronese, seguite da alcuni stalloni andalusi importati poco dopo. Dall’insieme degli incroci, nel corso del tempo, è nato il Cavallo Lipizzano, divenuto famoso perché la Scuola d’Equitazione di Vienna, fondata da Carlo VI nel 1729 e detta “Spagnola” per l’alta componente di sangue andaluso dei suoi protagonisti, attingeva esclusivamente a stalloni di questa razza.

Il Lipizzano è un cavallo “barocco” che ha conservato l’impronta dell’Andaluso e del Napoletano, che possono essere considerati tra i suoi progenitori. È un cavallo armonico e ben strutturato, robusto, poco precoce ma longevo, docile e dotato di spiccata intelligenza, che anche nel portamento superbo e nel modo di procedere, sia al passo che al trotto, ricorda il cavallo Andaluso. I soggetti di questa razza nascono con il mantello di colori vari e solo più tardi assumono la definitiva colorazione grigia.

Dopo la prima guerra mondiale, con la caduta dell’Impero Austro-Ungarico, l’allevamento dei Lipizzano, in parte già trasferito nella località austriaca di Piber, fu mantenuto in attività, proprio grazie ad un certo numero di esemplari che l’Italia riuscì a ottenere al tavolo delle trattative di pace, quando le fu assegnato il territorio istriano, poi passato alla Jugoslavia nel secondo dopoguerra. Oltre che in Italia, oggi il cavallo Lipizzano viene allevato in diversi Paesi, tra i quali: Slovenia (Lipizza), Ungheria (Silvasvarad), Romania (Fogaras), Rep. Ceca (Topilcianky) e Croazia (Djakovo).

Presso l’Allevamento Statale di Montelibretti, l’Italia conserva un grande patrimonio genetico discendente dagli stalloni capostipiti:

  • Conversano – morello, importato dal Regno di Napoli;
  • Neapolitano – baio, importato dal Regno Napoli;
  • Pluto – bianco, nato nell’allevamento Reale Danese di Frederiksborg;
  • Favory – sauro, nato nell’allevamento di Corte di Kladrub;
  • Maestoso – bianco, nato nell’allevamento di Corte di Kladrub;
  • Siglavy – bianco, importato dall’Arabia.

PATRIMONIO MONDIALE
La tradizione dell’allevamento del Cavallo Lipizzano ha fatto il suo ingresso, di recente, nel patrimonio culturale e storico dell’UNESCO. L’agenzia ONU per l’Educazione, la Scienza e la Cultura ne ha formalizzato l’iscrizione nel corso del XVII Comitato Intergovernativo, svolto a Rabat in Marocco lo scorso mese di dicembre. La candidatura è stata presentata il 23 marzo 2020 dal rappresentante italiano permanente presso l’UNESCO assieme agli ambasciatori di altre sette nazioni: Austria, Bosnia Erzegovina, Croazia, Ungheria, Romania, Slovacchia e Slovenia.

L’ALLEVAMENTO DEL LIPIZZANO – CREA
L’Allevamento Statale del Cavallo Lipizzano di Montelibretti (RM), nel quale sono ospitati oggi circa 100 esemplari, ha come fine istituzionale la conservazione del patrimonio genetico della razza e la sua biodiversità. È l’unico al mondo costituito soltanto dalle linee originali dei cavalli allevati a Lipizza sotto l’Impero Austro-Ungarico e ha assicurato la registrazione delle genealogie anche prima dell’istituzione del Libro Genealogico avvenuta nel 1984. Negli anni, l’Allevamento Statale ha garantito la continuità della gestione degli accoppiamenti e la corretta attribuzione dei legami di parentela tra soggetti. L’allevamento mantiene tutti i sei ceppi classici di stalloni: Conversano, Neapolitano, Pluto, Favory, Maestoso e Siglavy. Cosi come le linee femminili. L’Allevamento Statale del Cavallo Lipizzano è un autentico “nucleo di conservazione” della razza e rappresenta un patrimonio storico e culturale vivente, unico al mondo. Tanto da essere ritenuto motivo di prestigio, dagli appassionati e dal mondo accademico, per la regione e la comunità che lo ospitano.

PER INFORMAZIONI
Area Tutela Risorse e Vigilanza sulle Produzioni di Qualità

dott. lCaudio Di Giovannantonio: c.digiovannantonio@arsial.it
dott. Luigi Tacchi: l.tacchi@arsial.it
dott.ssa Miria Catta: m.catta@arsial.it
dott.ssa Valentina Iacoponi: v.iacoponi@arsial.it

Presidenza Arsial
(Soltanto per giornalisti e operatori dei media)
dott.ssa Claudia Daconto (Portavoce): c.daconto@arsial.it

Area Promozione e Comunicazione
(Soltanto per giornalisti e operatori dei media)
dott. Giuseppe Mammetti: g.mammetti@arsial.it; comunicazione@arsial.it
dott.ssa Micaela Farina: m.farina@arsial.it; urp@arsial.it