Campagna olivicola 2020/21, nel Lazio produzione stabile e grande qualità

28/10/2020 - 

In una delle annate più difficili per l’olio italiano, l’olivicoltura laziale conserva la sua capacità produttiva, unita a una grande qualità degli extravergine.  

Una produzione in netto calo su base nazionale, ma sostanzialmente stabile nel Lazio. Le stime di settore, confrontate con le indicazioni dei produttori su questo inizio di campagna, offrono per l’olivicoltura laziale un quadro confortante. La produzione regionale dovrebbe attestarsi sullo stesso livello dell’anno precedente, con un leggero aumento rispetto alle 10.900 tonnellate della raccolta 2019, stimato intorno al +6% dall’ultimo rapporto Cia-Aifo-Italia Olivicola.

Il dato, a prescindere dai numeri, può essere considerato positivo soprattutto rispetto al crollo della produzione italiana, che per quest’annata dovrebbe oscillare tra il -20/-22% ipotizzato da Ismea e Coldiretti a fine settembre e il -36% dell’indagine Cia-Aifo-Italia Olivicola diffusa in ottobre. Un calo imponente, dovuto soprattutto al risultato negativo del Meridione, dove alcune anomalie climatiche, unite alla flessione ciclica dei raccolti nelle aree più produttive, hanno condizionato pesantemente l’olivicoltura. Nel complesso, l’intera produzione nazionale dovrebbe attestarsi a fine campagna tra le 235.000 e le 290.000 tonnellate d’olio, in netto calo rispetto alle 366.000 dell’annata precedente.

La delusione per l’andamento generale della produzione è compensata, almeno in parte, dall’annata positiva al Centro-Nord e dalle aspettative molto alte sulla qualità degli oli. Aspettative condivise dall’intera filiera anche per la sostanziale assenza di mosca e patologie dell’olivo, che ha influito positivamente sulla qualità finale del prodotto.

LA RACCOLTA NEL LAZIO
Nel Lazio la produzione di olio, considerando i dati delle ultime quattro campagne, oscilla tra le 8.000 e le 12.000 tonnellate l’anno. Nel 2020 dovrebbe superare le 11.500 tonnellate, grazie all’annata favorevole in alcune aree centro-settentrionali della regione, che sta bilanciando il calo dei raccolti al Centro-Sud. Riguardo ai territori, grandi performance produttive sono segnalate nella Tuscia Viterbese e in Sabina, dove la raccolta, secondo le dichiarazioni degli olivicoltori, dovrebbe rivelarsi tra le migliori degli ultimi anni.

“In Sabina ci aspettiamo una grande annata – è il commento del Presidente del Consorzio Sabina Dop Stefano Petrucci – per quantità e qualità. Gli oli si stanno rivelando di grande livello, con un equilibrio sostanziale tra amaro e piccante, che li rende pregevoli”.

Sulla stessa linea Francesco Bosio, direttore dell’OP Latium, che gestisce cinque frantoi tra la Tuscia Viterbese e la Sabina: “È un’ottima stagione, eccezionale per quantità soprattutto in alcune aree dell’Alto Viterbese, dove la crescita rispetto allo scorso anno è esponenziale. L’estate calda non ha permesso alla mosca di prosperare, a tutto vantaggio della qualità. Le analisi chimiche sugli oli rivelano valori eccellenti e un’acidità intorno allo 0,1%”.

L’OLIVETO LAZIO
Con i suoi 67.996 ettari di superficie, 220 frantoi e circa 67.000 aziende il Lazio si colloca tra le regioni più interessanti per l’olivicoltura nazionale. Malgrado le quantità non trascurabili, il tratto distintivo del territorio resta la grande qualità delle produzioni, che unita alla presenza di numerose cultivar autoctone, caratterizza in modo inconfondibile i nostri extravergine.

Il panorama delle eccellenze olivicole laziali conta su quattro extravergini Dop, espressione di territori di grande tradizione: Tuscia, Canino, Sabina e Colline Pontine. Ai quali si aggiungono la celebre Oliva di Gaeta Dop e otto oli monovarietali di notevole qualità, censiti tra i prodotti agroalimentari tradizionali della nostra regione: gli oli di Carboncella, Ciera, Itrana, Marina, Olivastrone, Rosciola, Salviana e Sirole.

Alcune di queste, rientrano tra le varietà autoctone della nostra biodiversità agricola, che al momento conta tredici biotipi olivicoli, iscritti nel Registro Volontario Regionale e sottoposti a tutela, nell’ambito delle attività previste dalla L.R. 15/2000 e dall’Operazione 10.2.1 del PSR Lazio 2014/20: Marina, Minutella Casarè, Oliva dei Monti, Palmuta, Rappaiana, Romana, Roscetta Gagliarda, Rosciola Nostrana, Rotonda di Tivoli, Salvia cl. Montelibretti 6, Sbuciasacchi, Sirole cl. Soratte 1, Vallanella.

Il profondo legame che unisce l’olivo e il territorio laziale è espresso anche da paesaggi olivicoli di grande suggestione e da una cultura dell’olio, che influenza gran parte della nostra gastronomia e del nostro folclore. Ne sono testimonianza il grande numero d’iniziative e manifestazioni dedicate all’extravergine e i due Musei dell’Olio di Castelnuovo di Farfa (RI) e Roccasecca (FR), dedicati al rapporto tra la coltivazione dell’olivo e le comunità locali.