Birrifici del Lazio, verso una rete di imprese

24/01/2019 - 

Il vero collo di bottiglia, è proprio il caso di dirlo, per lo sviluppo dei micro birrifici artigianali e agricoli sembra essere la mancanza di un impianto per la produzione di malto, adeguato alla fornitura di materia prima di qualità e a prezzi contenuti. E’ quello che accade nel Lazio, dove la maggior parte delle imprese artigianali per la produzione della birra, in forte espansione negli ultimi anni, sono costrette ad approvvigionarsi prevalentemente all’estero o fuori regione. L’unico impianto laziale di una certa dimensione, il maltificio Saplo S.p.A. di Pomezia, lavora quasi esclusivamente per la produzione industriale della Peroni.

Questo quanto emerso ieri in un incontro dedicato alla filiera, promosso da Arsial a Roma presso la sede della Cooperativa Agricoltura Nuova, a cui hanno partecipato 16 micro imprese del settore, sulle circa cinquanta operanti in ambito regionale.

“Va superato il problema della malteria, lavoriamo per farne nascere una nel Lazio e per essere competitivi nel mercato” – ha dichiarato il presidente di Arsial Antonio Rosati, che ha partecipato alla riunione. “Quella della birra – ha aggiunto Rosati – è una filiera importante dove si rintraccia molto lavoro giovanile. L’Agenzia vuole fare alleanza in nome della qualità e della filiera locale per produrre malto e orzo”.

L’idea che sta prendendo forma è quella di arrivare alla creazione di una rete di imprese del settore, che con il supporto della Regione e di Arsial possa dare vita ad un impianto per la produzione di malto, al servizio dell’intera filiera di qualità operante nel Lazio. E magari associare al prodotto anche un marchio di qualità che lo renda riconoscibile e appetibile anche al di fuori dei confini regionali.

Tempi e modalità, naturalmente, tutte da individuare e definire. Per ora, si parla di raccogliere dati e informazioni sulla consistenza effettiva del settore, sui risultati produttivi e sulle reali esigenze di materie prime e semi-lavorati di qualità per alimentare la filiera. L’Agenzia, con i propri tecnici, si è messa a disposizione per approfondire la conoscenza nella direzione accennata e, attraverso il confronto con le aziende, avviare la costruzione di una prima ipotesi di piano di fattibilità.