Avviata, presso il Centro Ittiogenico Regionale di Jenne (RM), l’attività di caratterizzazione su 200 esemplari appartenenti a popolazioni locali di trota.
Tra i salmonidi la trota è stata da sempre la specie più apprezzata da coloro che si dedicano alla pesca sportiva, la cui consistenza numerica nel Lazio sfiora le 60 mila unità.
Trattandosi di un pesce di acqua dolce, che si muove quasi esclusivamente nella porzione superiore dei corsi d’acqua, preferibilmente in quota, laddove le temperature sono più fredde e quindi più confacenti alla biologia della specie, la sua diffusione è limitata ad areali ristretti, ove si concentra una pressione antropica spesso sproporzionata che ne compromette, in misura determinante, la capacità autonoma di riproduzione. Ne consegue la necessità di provvedere periodicamente ad interventi di ripopolamento, utilizzando soggetti ottenuti da popolazioni autoctone, riferibili a diversi ceppi di trota mediterranea (Salmo cettii), nel rispetto delle condizioni di biodiversità presenti sul territorio.
Troppo spesso, nel passato, gli interventi effettuati hanno utilizzato materiale da riproduzione non adatto agli ambienti laziali, portando all’introduzione di esemplari di trote alloctone di origine atlantica (Salmo trutta) che, anche per effetto degli incroci, hanno contribuito all’ulteriore riduzione delle popolazioni locali. Popolazioni autoctone residue di trota, geneticamente distinte, tuttora da identificare in maniera rigorosa, che occorre necessariamente salvaguardare. Tanto più che la legislazione vigente, a livello nazionale, vieta rigorosamente l’introduzione di specie alloctone, a maggior ragione negli interventi di ripopolamento.
Per rispondere a tale esigenza, il primo intervento indispensabile riguarda l’identificazione puntuale delle popolazioni presenti nel Lazio, mediante la loro caratterizzazione morfologica e genetica.
E’ quanto si propone il progetto promosso da Arsial-Osservatorio faunistico Regionale e Università di Tor Vergata-Dipartimento di Biologia, avviato nei mesi scorsi. A tal fine, sono stati prelevati dai corsi d’acqua del territorio regionale circa 200 esemplari appartenenti a popolazioni locali di trota, successivamente trasferiti al centro Ittiogenico Regionale di Jenne (RM), che fornisce il supporto tecnico-logistico al progetto, per procedere alla caratterizzazione morfologica e genetica.
La tappa successiva, prevede di operare su diversi lotti di riproduttori identificati al fine di ottenere giovanili di trote autoctone, consentendo così da un lato la conservazione di popolazioni locali e dall’altro il ripopolamento responsabile, tramite l’adozione di tecniche di acquacoltura certificate. Un contributo determinate, per la conservazione della biodiversità ittica nelle acque interne della nostra regione.