Amatriciana Tradizionale STG: un bellissimo regalo di Natale per le aree del Sisma

21/11/2017 - 

Rosati: l’Amatriciana STG, un prodotto simbolo e un risultato importante per il rilancio delle aree colpite dal sisma.

E’ con queste parole che Luigi Polizzi, dirigente dell’ufficio PQAI IV del MIPAAF, ha concluso stamani la Riunione di Pubblico Accertamento sul disciplinare dell’Amatriciana Tradizionale STG, convocata presso il ministero delle Politiche Agricole. L’auspicio di poter avvalersi, già a partire dalle prossime festività natalizie, della denominazione transitoria per la commercializzazione della Salsa all’amatriciana, consegue alla definizione della tempistica che dovrebbe regolare la procedura di riconoscimento nelle prossime settimane. Una procedura che, tenuto conto dell’assenza di obiezioni al disciplinare registrata nell’incontro odierno, è scandita dalle seguenti tappe: 1. Formalizzazione in settimana, con notifica al MIPAAF, dell’approvazione del disciplinare da parte dei diversi soggetti coinvolti: istituzioni, produttori, trasformatori e ristoratori; 2. Pubblicazione del disciplinare con decreto del MIPAAF sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica; 3. Riconoscimento transitorio, a livello nazionale, della ‘Specialità Tradizionale Garantita’ (STG) per la preparazione della Salsa Amatriciana. Questo, il risultato atteso prima di Natale! Subito dopo – si calcola che sia necessario circa un mese e mezzo a partire da oggi – trasferimento della pratica a Bruxelles per il riconoscimento definitivo in sede comunitaria.

Antonio Rosati, amministratore unico di Arsial, l’agenzia della Regione Lazio che ha curato il complicato iter per la messa a punto del disciplinare dell’Amatriciana, commenta così il risultato di oggi. “Essere riusciti, finalmente, in pochi mesi, a far convergere diversi soggetti istituzionali e imprenditoriali del comparto agroalimentare laziale e delle regioni limitrofe sul progetto di riconoscimento della STG amatriciana, ci rende molto orgogliosi. Un risultato importante per l’Agenzia e per l’Assessorato all’agricoltura della Regione, ma soprattutto per il Lazio e per le popolazioni locali colpite dal sisma che, per questa via, possono far leva su uno strumento di valorizzazione delle produzioni tradizionali, capace di fornire un contributo fattivo alla ripresa dell’economia locale.”

Un approdo non facile, quello registrato oggi, se si pensa che di Salsa all’amatriciana se ne discute dal 2002, quando furono avviati i primi incontri presso il ministero per dare il giusto riconoscimento ad una specialità conosciuta in tutto il mondo, praticata e preparata ovunque, senza che nessun valore aggiunto fosse riconosciuto ai territori di origine e alle comunità locali. Il destino, purtroppo, di molti prodotti tipici del nostro Paese e non solo, destinati a rimanere nell’ombra per lunghi anni, mentre troppo spesso viceversa, se ne sfrutta il nome, alimentando il proficuo mercato delle falsificazioni, noto agli addetti ai lavori come ‘italian sounding’.

“E’ la terza volta che vengo incaricato di presiedere l’Associazione nel corso degli ultimi quindici anni – dichiara Gianfranco Castelli del Salumificio Sano di Amatrice – speriamo che sia la volta buona!”. E aggiunge: “l’amatriciana è sì una specialità locale, ma è anche un piatto nazionale; nella stesura del disciplinare abbiamo cercato di rispettare le necessità di tutti, istituzioni locali e ambiti regionali coinvolti, produttori, trasformatori e ristoratori”.

E alla riunione di pubblico accertamento, oltre alla Regione Lazio con i funzionari della direzione Agricoltura sono presenti anche rappresentanti degli altri ambiti regionali coinvolti, in particolare la regione Marche che, con Amatrice, condivide un confine di crinale alquanto instabile, che fa da spartiacque tra l’alto reatino e la costa adriatica. Ma qui, si incrociano anche i territori dell’Umbria e dell’Abbruzzo che hanno in comune, oltre ai confini, anche molti prodotti e lavorazioni tradizionali, nonché culture locali e comunità di persone. Ma soprattutto hanno dovuto affrontare insieme, in questi ultimi due anni, un dramma che stenta a trovare soluzione: il sisma dell’agosto 2016 e la nuova scossa catastrofica del gennaio di quest’anno.

“Abbiamo cercato di trasformare la tragedia in opportunità”, dichiara Francesco Riti, titolare di un’azienda alimentare con otto dipendenti ad Acquasanta Terme, in provincia di Ascoli ma a poco più di 20 chilometri da Amatrice, che da qualche mese ha avviato una linea di produzione dedicata alla salsa all’amatriciana e alla ‘Gricia’. Riti, che nella scossa di agosto ha visto crollare intorno a sé molte delle abitazioni civili di Acquasanta e che nel gennaio scorso, a causa della nuova scossa del carico di neve, ha dovuto far fronte al crollo di una parte del proprio stabilimento, è al momento l’unico produttore del versante marchigiano ad aver aderito al comitato promotore. In tutto una trentina di soggetti, la maggior parte del territorio laziale, che credono nel progetto della Salsa all’amatriciana.

Un progetto che certamente apre una prospettiva nuova, di cui si intravede un traguardo che fino a poco tempo fa sembrava irraggiungibile, ma che per accontentare tutti rischia di lasciare più di qualcuno insoddisfatto. Pensiamo ai sostenitori della ‘Gricia’, l’amatriciana in bianco, la versione più antica e tradizionale del condimento usato ad Amatrice per la preparazione della pasta, pensiamo alla comunità locale che cerca di proteggere la sua tradizione, ma che nel contempo, attraverso il disciplinare oggi approvato, è costretta a rinunciare all’esclusività delle produzioni che ne costituiscono gli ingredienti cardine. Entrano così nella ricetta ‘il guanciale del tipo amatriciano’, gli oli extravergini ‘DOP/IGP di Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo’, il ‘pecorino del tipo amatriciano o pecorino romano DOP del Lazio’.

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