A Cisterna di Latina, un seminario tecnico sulla specie bufalina

03/06/2019 - 

Un seminario tecnico, dal titolo “La bufala mediterranea: Produzione e innovazione”, quello che si è svolto venerdì scorso a Cisterna di Latina, su iniziativa di Arsial e dell’Assessorato agricoltura della Regione Lazio. Alla cui realizzazione hanno largamente contribuito, con relazioni specialistiche, docenti ed esperti della Federico II di Napoli e di altri centri di ricerca operanti in ambito zootecnico e veterinario.

Arsial ha presentato i risultati delle proprie attività di ricerca su alcuni aspetti connessi al miglioramento della specie bufalina, con particolare riferimento alle tecnologie della riproduzione. Risultati che hanno trovato applicazione pratica, in alcuni casi, a beneficio dell’imprenditoria zootecnica non solo laziale.

Molti dei contributi scientifici della giornata hanno avuto come filo conduttore il miglioramento genetico della specie e l’applicazione al comparto bufalino delle tecnologie di riproduzione più avanzate, anche allo scopo di perseguire il miglioramento delle produzioni tipiche ottenute. Un accenno anche agli scenari futuri della ricerca applicata al miglioramento genetico, ai risultati attesi e alle ricadute sulla produttività e sull’evoluzione della specie.

Sulla complessità della filiera del latte bufalino è intervenuto Luigi Zicarelli del dipartimento di medicina veterinaria e produzioni animali dell’Università di Napoli, mentre sul binomio innovazione-tradizione nella produzione lattiero-casearia ha concentrato la sua relazione Fabian Capitanio del dipartimento di agraria dell’università partenopea.

Sicurezza alimentare, rischi ambientali, cambiamenti climatici, crescita dei consumi di proteine animali e mutamenti nella dislocazione geografica dei medesimi, questi gli altri temi proposti da esperti e ricercatori nel corso degli interventi. Che infine sono approdati a trattare di economia di impresa, da coniugare con la sostenibilità ambientale, sociale e sanitaria e con la percezione del costo del prodotto e del suo valore da parte dei consumatori.

Infine, gli aspetti nutrizionali e salutari connessi al consumo della carne bufalina, la cui salubrità si basa sulle particolari caratteristiche chimico-fisiche che la contraddistinguono, sulla composizione dei grassi in essa presenti, sul minor contenuto di colesterolo che la differenzia dalla carne bovina.

Un seminario tecnico a cui hanno preso parte anche i responsabili della politica agricola regionale, l’assessore Enrica Onorati e il presidente di Arsial Antonio Rosati che a proposito della filiera bufalina ha parlato di “importante volano di sviluppo” e di un comparto che, a fronte della crisi del latte bovino, mostra “invece progressi continui, più forti dei pregiudizi e delle leggende”.

“Qui, ha aggiunto Rosati, abbiamo un combinato di sapori e risposte salutistiche che ci fa dire che dobbiamo impegnarci a fare un prodotto sempre migliore e lavorare sulla tracciabilità. La filiera la difendiamo ma come sistema dobbiamo avere la certezza sulla qualità e impegnarci per fare un prodotto di massa. Perché nel Paese della piccola e media impresa dobbiamo diffondere sempre di più il valore della cooperazione tra le varie realtà locali”.