OGM – pubblicato il report sull’attività di vigilanza 2014

29/01/2015 - 

Tutte negative le risultanze dei controlli a campione effettuati da Arsial nel corso del 2014 sulla presenza di OGM nelle coltivazioni di mais, l’unica specie di interesse agrario su cui esiste un rischio rilevante di contaminazione da organismi geneticamente modificati sul territorio regionale.

Condotti nel periodo luglio-settembre dello scorso anno, i campionamenti di materiale vegetale da sottoporre a determinazione analitica per la ricerca di OGM hanno riguardato un totale di 37 aziende laziali, dedite alla coltivazione di mais per una superficie superiore ai tre ettari, proporzionalmente ripartite fra le diverse province della regione. Complessivamente sono stati campionati 199 ettari, pari all’1,4% della superficie agricola regionale destinata alla coltivazione del mais (24.561 ettari nel 2014), così come risulta dagli elenchi UMA utilizzati per individuare l’universo delle aziende da cui estrarre il campione.

Contrariamente a quanto evidenziato nel 2014, il piano annuale di vigilanza sulla presenza di OGM, realizzato regolarmente da Arsial a partire dal 2006, ha fatto emergere nel passato alcune positività (3 nel 2011, 2 nel 2012, 1 nel 2013), tutte comunque consistenti in contaminazioni di lieve entità, talvolta appena superiori al limite strumentale di rilevazione, verosimilmente imputabili ad inquinamenti avvenuti nella fase di produzione sementiera.

A parte i casi di frode conclamata che sarebbero direttamente riconducibili all’impiego di semente ottenuta da coltivazioni geneticamente modificate, peraltro non riscontrati nel Lazio, le risultanze dell’attività di controllo effettuata dall’Agenzia avvalorano l’esistenza di un rischio concreto di contaminazione, dovuto prevalentemente ad impollinazione incrociata, come conseguenza del fatto che la produzione di semente di mais è concentrata soprattutto in paesi ove è autorizzata la coltivazione di mais GM.