Le produzioni orticole sono sempre più interessate dalle restrizioni sull’uso di concimi a causa dei risvolti negativi che l’applicazione di questi prodotti possono determinare sull’ambiente, sull’operatore e sulla salubrità del prodotto edule. Con la strategia Farm to Fork, l’Unione Europea ha infatti avviato un percorso che mira, tra i vari provvedimenti, a ridurre le perdite di nutrienti che si verificano nell’ambiente a causa dell’eccessivo uso di concimi con l’obiettivo di ridurre almeno del 20% l’uso di fertilizzanti entro il 2030. In tale contesto è quanto mai necessario rivedere la concimazione delle colture agrarie utilizzando approcci innovativi con lo scopo di massimizzare l’efficienza d’uso dei nutrienti ed in particolare dell’azoto.

Prova n.1 –  Miglioramento dell’efficienza d’uso dell’azoto attraverso una gestione pilotata degli apporti di concime azotato in fertirrigazione sulla base del monitoraggio del contenuto di nitrati nei piccioli fogliari.

Un aspetto che può contribuire ad ottimizzare gli apporti di fertilizzanti azotati riguarda il monitoraggio dello stato nutrizionale della coltura durante il ciclo di coltivazione; tale monitoraggio può essere effettuato attraverso la misurazione periodica nell’azoto nitrico nei piccioli fogliari e/o con la determinazione di indici spettrali della coltura. In proposito il Dipartimento DAFNE ha già implementato un sistema di monitoraggio dello stato nutrizionale azotato delle colture attraverso la misura in campo del contenuto di nitrati nei piccioli fogliari per stabilire quando è necessario intervenire con le concimazioni azotate in copertura. Con la validazione di questo sistema di facile utilizzo nelle condizioni colturali della maremma laziale si offre agli agricoltori la possibilità di ottimizzare efficacemente gli apporti azotati delle colture. Infine, prima di proporre agli agricoltori le innovazioni proposte risulta indispensabile valutare la loro convenienza economica attraverso il calcolo del margine operativo lordo.

Obiettivo: L’obiettivo è quello di valutare la possibilità di migliorare l’efficienza d’uso dell’azoto attraverso una gestione pilotata degli apporti di concime azotato in fertirrigazione sulla base del monitoraggio del contenuto di nitrati nei piccioli fogliari.

La prova ha previsto il confronto delle seguenti tesi differenziate sulla base degli apporti azotati in copertura mediante fertirrigazione:

Tesi A – Fertirrigazioni azotate basate sulle asportazioni della coltura.

Tesi B – Fertirrigazioni azotate basate sulle soglie di sufficienza dei nitrati nei piccioli fogliari (Tabella 7).  

Rilievi: 

  • rilievi agronomici sulla produzione (produzione commerciabile, peso medio dei frutti e la produzione di scarto, intesa come frutti immaturi e marci)
  • rilievi qualitativi quali analisi del contenuto in solidi solubili, sostanza secca e di elementi minerali nei frutti.
  • contenuto di clorofilla e di flavonoli delle giovani foglie e calcolo del Nitrogen-Flavonol Index (NFI) come rapporto tra contenuto di clorofilla e flavonoli per dare un’indicazione dello stato nutrizionale azotato della pianta 
  • analisi economica sulla variazione del margine operativo lordo indotta dalle soluzioni agronomiche proposte

Ubicazione: Azienda Sperimentale Dimostrativa di Tarquinia

Collaborazioni

Dipartimento DAFNE dell’Università della Tuscia

 

Prova n. 2 –  Miglioramento dell’efficienza d’uso dell’azoto attraverso l’apporto fogliare di biostimolanti provenienti da diverse matrici appartenenti alle categorie estratti algali e idrolizzati proteici in grado di incrementare la capacità di assorbimento e/o assimilazione dell’azoto

Precedenti ricerche e sperimentazioni condotte dal Dipartimento DAFNE dell’Università degli Studi della Tuscia in collaborazione con l’ARSIAL hanno messo in evidenza come l’applicazione di un biostimolante a base di idrolizzato proteico possa migliorare l’assorbimento e l’assimilazione dell’azoto minerale in pomodoro da industria. In base a tali risultati è interessante valutare le potenzialità di altre tipologie di sostanze ad azione biostimolante, come ad esempio gli estratti di alghe. Inoltre, le ricerche non hanno valutato la possibilità di ridurre gli apporti di fertilizzanti azotati, avendo applicato l’idrolizzato proteico in condizioni standard di azoto fornito.

Obiettivo 

La prova ha avuto come obiettivo quello di valutare la possibilità di migliorare l’efficienza d’uso dell’azoto attraverso l’apporto fogliare di biostimolanti provenienti da diverse matrici appartenenti alle categorie estratti algali e idrolizzati proteici in grado di incrementare la capacità di assorbimento e/o assimilazione dell’azoto.

Tesi a confronto:  

  1. controllo;
  2. biostimolante ottenuto da alga bruna Ascophyllum nodosum (Macroalga);
  3. biostimolante ottenuto da alga bruna Ascophyllum nodosum e microalga Chlorella vulgaris applicato alla (Microalga);
  4. biostimolante ottenuto da idrolizzato proteico di semi di leguminose applicato alla dose di 5 ml/L (Idrolizzato proteico).

Rilievi

  • rilievi agronomici sulla produzione (produzione commerciabile, peso medio dei frutti e la produzione di scarto, intesa come frutti immaturi e marci)
  • rilievi qualitativi quali analisi del contenuto in solidi solubili, sostanza secca e di elementi minerali nei frutti.
  • contenuto di clorofilla e di flavonoli delle giovani foglie e calcolo del Nitrogen-Flavonol Index (NFI) come rapporto tra contenuto di clorofilla e flavonoli per dare un’indicazione dello stato nutrizionale azotato della pianta 
  • analisi economica sulla variazione del margine operativo lordo indotta dalle soluzioni agronomiche proposte

Ubicazione: Azienda Sperimentale Dimostrativa di Tarquinia

Collaborazioni

Dipartimento DAFNE dell’Università della Tuscia

 

Prova n.3 –  Biostimolanti in campo

L’orticoltura è sempre più indirizzata verso sistemi produttivi sostenibili e resilienti ai cambiamenti climatici per migliorare la sicurezza alimentare a lungo termine. Inoltre, la crescente richiesta di derrate agricole di elevata qualità e l’imposizione di vincoli sempre più restrittivi sull’impiego di pesticidi e di fertilizzanti impone alle aziende agricole la necessità di aumentare l’efficienza dei sistemi produttivi e di migliorare la qualità delle produzioni. Le maggiori criticità si riscontrano nella nutrizione delle colture su suolo dove spesso si evidenzia una ridotta efficienza d’uso dei fertilizzanti apportati a causa delle condizioni pedoclimatiche sfavorevoli (es. suoli sabbiosi facilmente dilavabili, pH alcalino che tende ad immobilizzare fosforo e alcuni micronutrienti, suoli compatti che limitano lo sviluppo radicale, elevata piovosità e quindi lisciviazione dei nutrienti) e per la scarsa efficienza d’assorbimento degli elementi da parte delle colture. Recenti ricerche hanno dimostrato che l’apporto di acidi umici, idrolizzati proteici, estratti di alghe e microrganismi benefici (come i funghi endofiti e i batteri promotori della crescita) possono contribuire a migliorare l’efficienza d’uso dei nutrenti attraverso un incremento della biodisponibilità dei nutrienti, una maggior capacità di assorbimento e traslocazione degli elementi ed una loro più elevata efficienza di assimilazione

Risulta pertanto fondamentale condurre prove agronomiche ripetute negli anni al fine di identificare per le diverse specie ortive le condizioni colturali e ambientali che massimizzano i benefici del biostimolante. A tal fine è stato avviato il progetto ‘Biostimolanti in campo’ promosso da L’Informatore Agrario in collaborazione con il Centro Sperimentale Ortofloricolo ‘Po di Tramontana’ di Veneto Agricoltura, l’OP Isola Verde e con il supporto di un comitato scientifico composto da accademici esperti del settore provenienti da diverse università italiane con l’obiettivo di valutare l’efficacia di strategie di fertilizzazione basate sull’impiego di biostimolanti commerciali nel migliorare la resa produttiva e la qualità del prodotto in pomodoro da industria.

Attività sperimentale

L’attività sperimentale ha come obiettivo quello di definire strategie innovative di gestione sostenibile del pomodoro da industria basate sull’impiego di biostimolanti e promuoverne l’applicazione da parte degli agricoltori mediante l’organizzazione di incontri tecnici, visite guidate e divulgazione dei risultati mediante articoli sull’Informatore Agrario, canali social, sito dedicato (https://biostimolanti.informatoreagrario.it/).

Ubicazione: Azienda Sperimentale Dimostrativa di Tarquinia

Collaborazioni

Dipartimento DAFNE dell’Università della Tuscia, L’Informatore Agrario, Centro Sperimentale ortofloricolo Po di Tramontana Veneto Agricoltura, Azienda Agraria Sperimentale Stuard