Riaffermare il valore d’uso della terra, e non il semplice valore di scambio

19/02/2016 - 

Le dichiarazioni di Antonio Rosati in occasione della presentazione della mostra itinerante ‘La cultura contadina raccontata attraverso i suoi antichi attrezzi’, un progetto realizzato da Coldiretti in collaborazione con Regione Lazio e Arsial.

Gli oltre 500mila ettari di terre pubbliche inutilizzati devono tornare ai giovani e alle imprese attraverso lo strumento dell’affitto. Questa l’opinione e insieme la proposta di Antonio Rosati, amministratore unico di Arsial, che aggiunge “credo che una gestione intelligente e razionale della terra debba passare per una banca nazionale della terra pubblica”, così “si riafferma il valore d’uso della terra, e non il valore di scambio”.

Dopo aver ricordato l’iniziativa promossa lo scorso anno da Regione ed Arsial per l’assegnazione di trecento ettari di terre pubbliche, Rosati accenna alla partecipazione di tanti giovani agli incontri promossi sul nuovo Programma di sviluppo rurale, a dimostrazione di “un desiderio di ritorno all’agricoltura” e conclude: “Credo che oggi i fattori cibo e agricoltura siano tornati strategici e saranno sempre più rilevanti. E siccome il fattore terra non è riproducibile, allora oggi deve tornare un fattore strategico”.

E se i giovani premono per l’accesso alla terra, è bene far conoscere ai più piccoli chi siamo e qual è la nostra storia “perché non dobbiamo dimenticare che l’Italia proviene prevalentemente da una cultura contadina”. A questo fine intende rispondere la mostra itinerante sugli “antichi attrezzi”, che farà il giro delle scuole elementari e medie del Lazio.