Usi civici, riconosciuti i diritti delle comunità locali

29/03/2018 - 

Una recente sentenza del Commissario agli Usi Civici per le Regioni Lazio Umbria e Toscana richiama i Comuni al rispetto degli adempimenti previsti dalla legge 1766 del 1927, in larga parte disattesi, quali condizioni preliminari all’avvio dei procedimenti di sistemazione dei demani civici.

Nel Lazio oltre un quarto della superficie territoriale totale appartiene al demanio delle terre collettive. Terreni agro-forestali, gravati di uso civico, in godimento d’uso ad una comunità di persone e gestite direttamente dai comuni in cui ricadono o da enti di diritto pubblico: università agrarie, amministrazioni separate, comunanze, regole.

Si tratta di un ingente patrimonio, largamente sottoutilizzato, anche perché soggetto ad una miriade di contenziosi che ne condizionano non solo le possibili forme di valorizzazione ma molto spesso la stessa fruizione basilare riservata alle comunità locali, quali il diritto di legnatico e di pascolamento per il bestiame.

Una recente sentenza del Commissario agli Usi Civici (n. 17 del 26/02/2018), relativa ad alienazioni effettuate dal Comune di Castelliri (FR) in favore di privati, ristabilisce inequivocabilmente il principio per cui nessun comune od altro ente gestore può procedere ad alienazioni di terreni gravati da diritti di uso civico in assenza della necessaria assegnazione a categoria, nella duplice articolazione di terreni convenientemente utilizzabili come bosco o come pascolo permanente o di terreni convenientemente utilizzabili per la coltura agraria, così come previsto dall’art. 11 della legge 16 giugno 1927 n. 1766.

Purtroppo nel Lazio, ad oltre 90 anni dall’entrata in vigore della legge, i procedimenti di assegnazione a categoria hanno interessato meno della metà dei comuni, in gran parte ricadenti nei territori dell’ex Stato Pontificio, mentre la quasi totalità dei comuni ex Regno di Napoli, concentrati nelle province di Frosinone, Latina e Rieti, sono ancora privi di tale fondamentale adempimento, con inevitabili riflessi sia sulla legittimazione di tutti gli atti di irreversibile trasformazione intervenuti, sia su una efficace gestione produttiva dei terreni agricoli e silvo-pastorali.

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