Lazio, l’instabilità climatica incombe sulla vendemmia

27/08/2018 - 

Già pesantemente condizionata nelle quantità per effetto delle malattie fungine, la produzione vitivinicola regionale deve fare i conti ora con l’instabilità climatica. Se continuano le piogge si rischia anche la qualità.

Sulla base dei dati climatici, in alcune aree viticole del Lazio a partire dalla primavera sono stati segnalati fino a 16-17 periodi di incubazione per la Plasmopara viticola, la peronospora della vite, uno dei parassiti fungini più comuni e conosciuti e tuttavia, nelle annate avverse, molto difficile da tenere sotto controllo. Anche perché nella sua forma larvata può colpire direttamente il grappolo, compromettendo drasticamente la produzione.

A prescindere dagli esiti finali dell’annata in corso, ancora difficili da valutare anche in considerazione della variabilità climatica tuttora presente, il 2018 verrà ricordato come un anno in cui la peronospora ha colpito durissimo i vigneti. E chi ne è uscito finora indenne, lo deve al fatto di non aver guardato a spese e di aver tenuto costantemente sotto controllo con trattamenti fitosanitari i propri impianti. Spesso attaccati anche da infestazioni di oidio che con l’avanzare della stagione estiva si sono fatte più insidiose. E ora, i continui temporali pomeridiani che si registrano quotidianamente nelle principali aree viticole rischiano di avviare processi di marcescenza all’interno del grappolo, che ormai chiuso e turgido si avvia lentamente alla maturazione. Con il rischio, sempre incombente, che il temporale passeggero degeneri in grandinate più o meno violente.

“Nonostante la lotta integrata, quest’anno abbiamo speso una fortuna per i trattamenti antiparassitari”, ci conferma Tullio Galassini, presidente del Consorzio della DOC Roma e titolare di un’azienda viticola in comune di Ciampino, ai piedi dei Castelli romani. “Al momento l’uva è sana – continua Galassini – ma manca ancora un mese alla vendemmia che anche per le bianche non si prevede prima del 20-25 settembre. I grappoli sono pieni di acqua, maturano lentamente, i vinaccioli sono ancora verdi verdi”.

Ma anche laddove le vendemmie saranno più precoci, sia per le condizioni climatiche generali che per le caratteristiche varietali delle uve, l’epoca di maturazione si posiziona quest’anno nella media, con un ritardo di 5-6 giorni rispetto al 2017. Le quantità, viceversa, in forte recupero sull’anno precedente hanno subito in alcune zone pesanti ridimensionamenti in seguito agli attacchi delle malattie fungine. Specie negli impianti condotti con metodo biologico per i quali la difesa si avvale esclusivamente di prodotti di copertura a spettro di azione limitato. Paolo Perinelli di Casale della Ioria, nel Frusinate, parla di danni nell’ordine del 70-80 % della produzione nel caso delle coltivazioni biologiche. Giudizio condiviso anche da Sergio Mottura, che a Civitella d’Agliano nell’alto viterbese, al capo opposto della regione, pratica la viticoltura biologica dagli anni ’90 e che anche nel 2018 vede drasticamente ridotta la produzione. “Nel 2017 la siccità, dice Mottura, quest’anno la peronospora, dei 2.500 q.li previsti ne raccoglieremo non più di 1.000”.

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Vedi inoltre:
Le previsioni di vendemmia di Assoenologi
Il dossier “Vendemmia 2018” di ISMEA e Unione Italiana Vini