Prosegue con sostanziale regolarità, in collaborazione con Acea ATO 2, l’opera di risanamento degli acquedotti rurali tuttora in carico all’Agenzia.
Come si ricorderà nel febbraio 2014, in seguito all’esplodere dell’emergenza arsenico, il Comune di Roma emise un’ordinanza sindacale volta ad interdire agli utenti, nelle aree servite dalla rete Arsial, l’utilizzo delle forniture idriche per uso domestico e alimentare. A partire da quella situazione di emergenza cui l’Agenzia fece fronte approntando nelle zone interessate una serie di punti di distribuzione di acqua potabile attraverso serbatoi mobili, oggi la situazione è profondamente mutata. Quattro dei sette acquedotti ricadenti nel comune di Roma hanno ottenuto la revoca dell’ordinanza sindacale, mentre per gli acquedotti di Casaccia-Santa Brigida e Brandosa, dopo la sostituzione della fonte di approvvigionamento con forniture Acea, sono in corso le verifiche di idoneità delle aziende USL di competenza propedeutiche alla revoca dell’ordinanza. Tempi più lunghi invece per la rete di Malborghetto, ove il divieto all’impiego domestico e alimentare delle acque è stato esteso a tutto il 2015, in attesa del completamento dei lavori di allaccio alle fonti idriche Acea. Una condizione che al momento accomuna anche i tre acquedotti di Tragliatella, Spanora-Terra di Lite, I Terzi, che servono territori circoscritti in provincia di Roma limitrofi alla capitale, per i quali i lavori di allaccio a nuove fonti di approvvigionamento Acea dovrebbero essere completati entro aprile 2015. Nel frattempo, nelle aree ove tuttora è in vigore l’ordinanza, prosegue il servizio di fornitura di acqua per consumo umano attraverso la dislocazione di 13 serbatoi mobili.
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