Cereali: un mercato imperfetto su cui occorre intervenire

27/05/2016 - 

L’intervento di Antonio Rosati, amministratore unico di Arsial, a ‘Roma cereali’, l’incontro annuale organizzato al Tempio di Adriano dalla Camera di Commercio di Roma e dall’Azienda Romana Mercati, giunto quest’anno alla nona edizione.

“Il mondo dei cereali oggi è tutto a Roma, esordisce Rosati. I più grandi operatori internazionali e italiani che lavorano intorno al grano e ai cereali, sono qui a riflettere e a ragionare sull’annata passata e su quelle future.”

“Al Tempio di Adriano oggi, continua l’amministratore unico di Arsial, ci sono i signori che determinano il prezzo del pane e della pasta. Lo scenario vede una forte concentrazione. Da una parte si tratta di operatori fondamentali, dall’altra però bisogna riflettere sul limite, perché poche mani fanno un prezzo”.

Poi, riferendosi alla relazione presentata dagli organizzatori nel corso dell’incontro, aggiunge “Il rapporto di quest’anno ci fa dire che c’è una relativa sovrapproduzione e un crollo del prezzo ai produttori, in particolare in alcune aree del mondo. Come l’Italia, dove dovremmo aumentare con la qualità anche la produzione di grano, perché nonostante siamo i più importanti produttori di pasta nel mondo, il grano duro lo dobbiamo importare. Proprio qui potremmo fare un grande lavoro con il ministero per coltivare a grano migliaia di ettari di terre pubbliche”. E questo naturalmente vale anche per il Lazio.

Infine, dopo essersi soffermato sul fatto che se si produce a un prezzo non remunerativo si ha a che fare con un mercato imperfetto, Rosati si è chiesto: “non c’è forse bisogno di una mano pubblica che, come avvenne nel dopoguerra, riallenti le tensioni di mercato? Forse per una piccola fase di due, tre, quattro anni, si potrebbe ammassare e comprare con una leva pubblica questo grano, remunerare adeguatamente i produttori e rimettere in circolazione una parte di questa produzione, in modo da tentare di far rialzare un pò il prezzo alla produzione. E questa riflessione va fatta a livello europeo perché l’Europa, anche da questo punto di vista, può giocare un grande ruolo”.