Il biologico in Italia e nel Lazio

L’agricoltura biologica cresce nella nostra regione così come nel resto del Paese. Nel 2019 le aziende biologiche laziali sono aumentate dell’8%, con un saldo positivo di 376 imprese, a fronte delle oltre 760 che hanno effettuato la prima notifica e delle 380 circa escluse o recedute.

Le elaborazioni Arsial, basate su dati SINAB ed EUROSTAT, confermano la crescita dell’intero settore, in linea con un trend nazionale caratterizzato da una domanda in continuo aumento e da un interesse dei consumatori stabile nel tempo. Un interesse favorito, soprattutto negli ultimi anni, dall’ingresso massivo dei prodotti nella Gdo e dal ruolo esercitato dalla filiera corta come canale di approvvigionamento alimentare. Il Lazio si colloca al terzo posto tra le regioni italiane per incidenza della superficie biologica su quella totale, al quinto per estensione delle superfici bio e al settimo per numero di operatori.

IL BIO IN ITALIA
Con quasi 2 milioni di ettari coltivati e oltre 80.000 aziende certificate, l’Italia è il primo Paese UE per numero di operatori e il terzo per estensione delle superfici dopo Francia e Germania. Secondo gli ultimi dati pubblicati dal MiPAAF, riferiti al dicembre 2019, in Italia gli operatori biologici sono saliti di 1.600 unità, circa il 2% del totale. Un dato che conferma la solidità del trend, che cresce ininterrottamente dal 2000 con quale naturale flessione fisiologica.

L’Italia è anche il quarto Paese UE per incidenza della SAU biologica rispetto al totale (EUROSTAT). Nel nostro Paese il 15,8% della superficie agricola utilizzata viene oramai coltivata a bio e nel complesso, considerando le sole produzioni agroalimentari, il giro d’affari del settore supera i 3,3 miliardi l’anno (fonte ISMEA-NIELSEN al giugno 2020).

IL LAZIO
Nel Lazio operano 5.122 aziende bio, il 6,35% del totale nazionale. La categoria più importante è rappresentata dai produttori esclusivi, che coprono il 79% circa del totale, seguiti dai produttori-preparatori (11%) e dai preparatori esclusivi (10%). Resta invece piuttosto circoscritto il numero degli importatori, limitato a sole 13 aziende in tutta la regione.

Figura 1 – Operatori biologici della regione Lazio (Fonte: elaborazione ARSIAL su dati Regione Lazio e SINAB)

La superficie biologica nel Lazio, rilevata a fine 2019, è di 144.035 ha, che rappresentano il 7,2% della SAU biologica nazionale, con un incremento del 2,5% rispetto all’anno precedente. Nella nostra regione il 23,2% della superficie agricola utilizzata viene coltivata a bio. Tra le produzioni spiccano le foraggere, che coprono il 63% delle superfici, seguite dai seminativi (16%), all’interno dei quali la quota principale è rappresentata dalle coltivazioni cerealicole (12,2%). Seguono olivo (6,2%), frutta a guscio (6,1%), ortive (4,4%), altri fruttiferi (2%) e vite (1,6%).

Figura 2 – Ripartizione della SAU biologica per tipologia di coltivazione all’interno della regione Lazio nel 2019 (Fonte: elaborazione ARSIAL su dati SINAB)

CONSUMI BIO DURANTE IL LOKDOWN
Secondo il Focus sui Consumi dei Prodotti Biologici durante il Lockdown, eleborato da Ismea tenendo conto del periodo di riferimento 9 marzo-17 maggio 2020, le stime confermano la maggiore attenzione degli italiani nell’acquisto di prodotti agroalimentari, proprio in funzione delle loro caratteristiche di sicurezza alimentare, qualità controllata, certificazione e tracciabilità. Le rilevazioni confermano anche il forte radicamento del bio al Nord del Paese e un incremento più timido al Sud, dove sui consumi incidono le minori disponibilità di reddito, aggravate dalla pandemia.

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